L'apertura del diaframma

Per impressionare la pellicola occorre che questa "raccolga" una certa quantità di luce, le regolazioni possibili sono "aprire il diaframma", facendo passare più luce da un'apertura più grande, o "allungare il tempo di esposizione", cioè tenendola aperta più a lungo. 
Ovviamente, per ottenere un'esposizione corretta, se aumentiamo l'apertura del diaframma dovremo diminuire i tempi di esposizione e viceversa.
Le reflex manuali permettono di variare a piacere questi due parametri, quelle automatiche a priorità di diaframmi adattano il tempo di esposizione al diaframma scelto mentre quelle a priorità di tempi adattano il diaframma al tempo impostato.
Le moderne fotocamere elettroniche programmabili permettono di lavorare sia in un modo che nell'altro.
Vediamo qui cosa succede al variare dell'apertura del diaframma.

Fondamentalmente a diaframma più chiuso corrispondono foto maggiormente contrastate e, soprattutto, aumenta la profondità di campo.
Sull'obbiettivo, in corrispondenza dell'anello di messa a fuoco, sono riportate alcune tacche colorate, con riferimenti all'apertura di diaframma.
In pratica, scelta un'apertura di diaframma, il tratto tra le due tacche corrispondenti risulterà correttamente a fuoco, indipendentemente da quanto indicato nel mirino.

Nell'esempio di questa foto, con diframma impostato a f16

Immagine realizzata con medio tele 135 mm apertura f 2. Il soggetto è a fuoco mentre lo sfondo è completamente nebuloso (Nikon).         Immagine realizzata con medio tele 135 mm apertura f 5.6. Il soggetto è a fuoco mentre lo sfondo è appena riconoscibile (Nikon).        Immagine realizzata con medio tele 135 mm apertura f 16. Il soggetto e lo sfondo sono a fuoco entrambi (Nikon).

La profondità di campo varia anche in funzione della lunghezza focale dell'obbiettivo, nel senso che all'aumentare della lunghezza focale, a parità di apertura di diaframma, diminuisce la profondità di campo.
Questo è evidente se si osservano le linee di riferimento su un obbiettivo zoom.

I riferimenti sono molto vicini (piccola profondità di campo) in corrispondenza della posizione di massima lunghezza focale (tele) mentre si allontanano (aumenta la profondità di campo) in corrispondenza della posizione di minima lunghezza focale (grandangolo).
Ovviamente, data una certa apertura di diaframma, posizionando la tacca relativa in corrispondenza del segno di "infinito", si ottiene la massima profondità di campo possibile. Cioè tutti i soggetti tra il valore corrispondente alla prima tacca e l'infinito risulteranno a fuoco.

Le linee di riferimento per la profondità di campo praticamente coincidono per il 210 mm mentre sono ben distanziate per l'80 mm