Fotografare sott'acqua  |
Il primo dubbio è : fotocamera subacquea o
custodia impermeabile?
Con la seconda potrete disporre di tutta la potenza di fuoco del vostro
equipaggiamento "terrestre" (anche se comunque non potrete certo
cambiare gli obbiettivi in immersione), ma una custodia non costa meno di
una buona macchina subacquea, ed inoltre, nel malaugurato caso che si
allaghi (e succede, magari non sott'acqua ma sulla barca, prima o poi
qualche goccia d'acqua salata a contatto con la vostra reflex ci finisce)
vi trovereste a piangere calde lacrime sulla dipartita della vostra
"ammiraglia".
Il mercato non offre una vastissima scelta, in pratica i modelli più
utilizzati sono tre o quattro, tutti con la possibilità di cambiare
obbiettivi (fuori dall'acqua) o di montare lenti aggiuntive (anche in
immersione).
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Per la cronaca, la prima fotocamera che ho
utilizzato era la Anfibian Gagy della Vega, un blocco di alluminio ben
spartano ma che, per quanto poteva, non lavorava poi male.
Nessuna regolazione sui tempi, nessun esposimetro e (se ben ricordo),
neanche il contatto per il flash. |
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Oggi utilizzo una Nikonos IVA, con la possibilità di
lavorare in automatico, a priorità di diaframmi, in manuale (col flash) o
in posa "B" (utilità zero).
Sia per la Nikonos che per altri modelli sono disponibili obbiettivi con
diverse focali, aggiuntivi grandangolari (i tele hanno poco senso) e, da
non trascurare, il mirino sportivo, di più facile utilizzo con la
maschera da sub (ricordatevi che dovrete correggere l'inquadratura che
vedete nel mirino, non state utilizzando una reflex). |
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Molti dei nostri soggetti saranno piccoli animaletti,
granchi, alghe... Tutta roba da foto macro, per cui l'equipaggiamento deve
considerare la possibilità di illuminare e comunque di riprendere bene
questo genere di soggetti. |
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Un problema da affrontare subito, se si
vogliono ottenere buone immagini, è quello dell'assorbimento selettivo
della luce da parte dell'acqua.
Mi spiego in parole semplici: scendendo in profondità l'acqua filtra la
luce solare assorbendo i raggi in funzione della loro lunghezza d'onda e
cioè del colore. Come ben potete immaginare, il colore che rimane più a
lungo è il blu.
In pratica, già a 4 metri di profondità, se vogliamo restituire ai
nostri soggetti i loro colori reali, dobbiamo provvedere ad illuminarli
con il flash. |
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Il secondo strumento sarà quindi il flash.
Ce ne sono di tutti i prezzi e di tutte le potenze. Considerate che
comunque, a causa delle impurità presenti nell'acqua, sarà ben difficile
che vi mettiate a fotografare soggetti lontani. E nel caso (vedi squali
alle Maldive), non sarà proprio possibile illuminarli in modo
soddisfacente neanche con il flash più mostruoso che possiate trovare.
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Importante, più che la potenza del flash, è il
suo posizionamento.
Il flash montato direttamente sul corpo macchina, in asse con
l'obbiettivo, si vedrebbe riflettere il lampo dalle impurità sospese
nell'acqua, rovinandovi irrimediabilmente qualsiasi inquadratura.
Ovviamente è impensabile che possiate tenere il flash con una mano e la
macchina con l'altra (come fanno i fotografi ai matrimoni), per cui
dovrete attrezzarvi con bracci di sostegno e impugnature sportive. |
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Molto pratici sono gli elementi modulari (si
uniscono tra di loro e formano strutture di ogni forma e dimensione) o i
bracci snodati (permettono di cambiare distanza e orientamento in modo
facile ed efficace.
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Un'ultima considerazione: il cavetto che collega
il flash al corpo macchina costa da solo quasi quanto il flash! Trattatelo
bene e verificatelo, nel caso pensaste di comprare del materiale di
seconda mano. |
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