L'impianto di terra | |
A cosa
serve "la terra"? |
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In un impianto realizzato correttamente quando l'apparecchiatura
elettrica va in "dispersione", cioè l'involucro viene in
contatto con una parte interna in tensione, il conduttore di terra
"chiude" il circuito elettrico verso terra e fa scattare
l'interruttore differenziale. In queste condizioni all'insorgere del guasto il circuito viene disalimentato, l'incidente viene evitato e non vi è alcun pericolo per le persone. |
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In un impianto ove non sia stato realizzato il collegamento "a
terra" quando l'involucro viene in contatto con una parte interna
in tensione, il circuito non si chiude e quindi non può scattare
l'interruttore differenziale. Quando però una persona tocca accidentalmente l'involucro esterno dell'apparecchiatura difettosa, il circuito si chiude attraverso il suo corpo. A questo punto interviene l'interruttore differenziale che quindi impedisce l'incidente grave (se è un salvavita da 0.03A) ma si ha comunque un passaggio di corrente attraverso il corpo umano. Questa situazione è potenzialmente pericolosa, in quanto l'intervento della protezione avviene durante l'incidente. |
Inoltre diversi tipi di apparecchiature elettroniche (ad es. le antenne
TV) necessitano del collegamento a terra come potenziale di riferimento. In questi casi l'impianto di terra assume anche carattere funzionale e diventa necessario non solo per la sicurezza delle persone ma anche per il buon funzionamento delle apparecchiature. |
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Purtroppo in molti edifici, nonostante sia esplicitamente previsto per
legge, l'impianto di terra condominiale non è stato realizzato. In questi casi la migliore soluzione sarebbe quella di pretendere che l'amministrazione di condominio provveda a realizzare un adeguato impianto di dispersione, distribuendo poi il conduttore di protezione a tutti i condomini. Sarà poi vostra cura la distribuzione della terra nel vostro impianto. In mancanza di tale risoluzione, o in via provvisoria, in attesa che l'impianto condominiale venga realizzato, esiste la possibilità di provvedere comunque un efficace protezione ? |
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Vediamo come dovrebbe essere realizzato l'impianto di
dispersione: |
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L'impianto ideale dovrebbe essere realizzato formando un anello
chiuso il più ampio possibile, e interrando pochi dispersori molto
lunghi. Sono molto più efficaci due dispersori da tre metri piuttosto
che quattro da un metro e mezzo. |
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Soluzioni molto efficaci si ottengono collegando al conduttore di
dispersione i pilastri di fondazione in cemento armato di un edificio,
che di fatto si comportano come ottimi dispersori. |
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La risposta è semplice: le masse "estranee" sono quei
conduttori metallici (in genere tubazioni) che non sono integralmente
sviluppati all'interno della nostra proprietà, come ad esempio la
tubazione dell'impianto di distribuzione dell'acqua sanitaria o del
riscaldamento centralizzato. E questo perché può accadere (e accade veramente, non è solo teoria) che un nostro vicino abbia un'apparecchiatura guasta che mette in contatto tali tubazioni con un conduttore in tensione (tipicamente il boiler elettrico) oppure che abbia avuto la scellerata idea di "farsi la terra" collegandosi al tubo dell'acqua o del gas (e sono in tanti). In un caso come questo ci troveremmo con un rubinetto che ci fa "prendere la scossa" senza che nulla di elettrico o idraulico, almeno in casa nostra, sia difettoso. Perciò occorre provvedere, una volta verificata l'efficienza del nostro impianto di dispersione, a collegare a tale impianto in almeno un punto, tutte le tubazioni di adduzione gas, acqua, riscaldamento. Ma anche i telai delle finestre (se si sviluppano in modo continuo su più piani o se sono in contatto con i ferri d'armatura), corrimano, ringhiere, e quant'altro non sia interamente sotto il nostro controllo. |
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