Pescare
Da qualche parte, nei manuali di sopravvivenza, si legge che i vermi sono una fonte sicura di proteine e di seguito consigli per come mangiarli.
Per chi come me è nato e vissuto in un paese di mare, il verme è l'anticamera del pesce. Attrezziamoci un po' e trasformiamo la fonte sicura di proteine in un buon pasto degno di questo nome.
Ovviamente, per fare ciò, occorre trovarsi in prossimità del mare o di uno specchio d'acqua sufficientemente grande o mosso da dare affidamento riguardo la presenza di inquinamento.
Del resto in caso diverso non è certo a pescare che penseremmo.
Posto che avendo a disposizione un minimo di attrezzatura da sub o la normale attrezzatura da pesca (ami, lenze, canna), senza tanti problemi non resta che scendere sott'acqua a fare la spesa o attendere che i pesci abbocchino, il problema si pone quando l'attrezzatura (in parte o in toto) manca.
Vediamo quindi come realizzare gli strumenti che servono per pescare quali ami e lenze, nasse, fiocine, reti, palamiti e come e quando è conveniente usarli.

Ami e lenze - Qualunque kit di sopravvivenza prevede un certa varietà di ami e lenze, sia perché costano veramente poco, sia perché occupano uno spazio praticamente nullo e quindi possono essere infilati (ci credereste?) nel cavo del manico del coltello insieme ad altre cose completamente inutili (come al bussola... Se ve ne capita una per le mani, provate ad orientarla verso il nord). Se leggete queste righe vuol dire che non siete su una landa desolata, per cui fate a tempo a procurarvene un po' e infilarli in una busta, magari da tenere nel portafoglio insieme ai documenti (amo e lenza possono essere utili anche per altre evenienze più comuni, quali ad esempio recuperare le chiavi attraverso la grata di un tombino). Se invece dovesse comunque capitarvi di averne bisogno e non averli con voi, vediamo un po' come realizzarli (parlo degli ami, in quanto per le lenze non mi viene in mente proprio nulla, a meno che non vogliate mettervi ad intrecciare barbe di palma o peli di orso polare... Analizzate però il vostro abbigliamento, il nylon con cui a volte sono cuciti certi capi potrebbe andar bene. Approfittate dell'occasione per farvi dare la biancheria intima delle signore). La funzione di un amo è quella di sostenere l'esca e restare incastrato nella gola del pesce, ferendolo in modo che questo, perdendo le forze, diventi facile da recuperare. Allo scopo basta un qualunque pezzo di fil di ferro che potrete sagomare, uno spillo da balia, le spine di una pianta, un osso o un pezzo di legno scheggiati. 

Le nasse - Dal momento che mi son sempre chiesto: "Che se ne fa uno della lenza se non ha con se anche gli ami?" e che quindi ritengo improbabile abbiate la lenza per pescare ma vi siate dimenticati  a casa gli ami, vediamo di trovare una soluzione che permetta di rimediare il pasto anche nel caso si sia completamente privi di questi semplici accessori.
Il materiale per costruire una nassa da qualche parte lo trovate di sicuro. Vi basteranno dei rami, meglio se sottili, e qualcosa per tenerli insieme (bene se avete del cordino, vanno bene le stringhe delle scarpe o stracci o fibre di tessuto. Ne occorrerà parecchio, per cui è facile dobbiate mettervi il cuore in pace e armandovi di pazienza, vi tocchi intrecciare fibre vegetali).
Il principio su cui si basa la nassa è semplice: il pesce entra da un'apertura ad imbuto attirato da un'esca (non è necessario che la ingoi, per cui degli stracci bianchi o pezzi di latta che luccichino vanno benissimo) e poi, siccome è scemo, non riesce più ad uscirne. Sembra incredibile ma funziona: interi popoli basano da millenni la loro economia su trappole del genere.
Ovviamente occorre che i rami siano sufficientemente ravvicinati da non permettere al pesce altre vie di fuga.
Se avete una rete a maglie molto larghe (ad esempio un'amaca) potete utilizzarla per chiudere e tenere insieme un telaio di rami, in questo caso costruire la nassa non vi porterà via che poche ore.

La fiocina - La più semplice che potete costruire è un lungo ramo reso aguzzo all'estremità. Con il coltello, dopo averlo appuntito, praticate incisioni in senso opposto alla punta, in modo da lasciare dei trucioli che impediscano al pesce di sfilarsi una volta arpionato.
Arpionare un pesce non è poi così difficile, occorre compensare l'effetto di rifrazione della luce nel passaggio tra acqua e aria, per cui mirate un po' sotto la preda (un po' più vicino a voi). Fate pratica con un bersaglio di rami e foglie prima di cimentarvi nella pesca vera e propria perché difficilmente un pesce mancato vi ripasserà a portata di tiro. Personalmente ho assistito alla cattura con questa tecnica di un cefalo di un paio di kg da una distanza di almeno sette metri, nel porto di Sanremo. La fiocina è utilissima nel recuperare i cefalopodi (polpi e piovre) e in mancanza di meglio potete usarla su qualche uccello marino (la carne è tutt'altro che saporita ma commestibile).

Le reti - Non è praticamente possibile costruirsi una rete (a meno che non disponiate di km di lenza e di tanta, tantissima pazienza), ma se per caso ne avete una, questa potrà comodamente assicurarvi il pasto. Disponetela in una zona di passaggio obbligato (tra due scogli o di traverso alla corrente in un fiume), tenuta a galla da galleggianti (l'ideale è il polistirolo espanso, ma anche i rami di legno vanno bene) e tesa sul fondo da pietre. Se avete la fortuna di trovarvi in una insenatura, cercate di mettere la rete nel canale di accesso, al tramonto e all'alba farete bottino. Attenzione, nel recuperare la rete, agli ospiti indesiderati dotati di aculei velenosi. Molti sono buoni da mangiare (alcuni ottimi), ma vanno trattati con molta cautela.

 

Il palamito - Se avete ami e lenza potete costruirvi un palamito legando vari ami e lenze ad un filo teso tra la riva e il fondo (o tra un buon galleggiante ed il fondo). Anche qui fate attenzione quando recuperate (il palamito si cala alla sera e si recupera di primo mattino) agli animaletti pericolosi.