Suggerimenti all'ospite
Con "ospite" intendo coloro che appunto sono ospiti sulla barca di qualcun altro o anche chi, pur avendo affittato insieme ad altri un'imbarcazione per le vacanze è manifestamente non esperto della vita di bordo.
Siccome sarebbe ben poco razionale intraprendere una crociera senza esperienza di mare, si suppone che in un modo o nell'altro a bordo ci sia almeno una persona che assuma il ruolo di responsabile o "skipper".
Premesso ovvio e naturale che ognuno, sia "ospite" o skipper, sia comunque una persona dotata del comune senso civico, responsabile e cosciente che la vita di comunità in uno spazio ridotto comporta necessariamente tenere in alto conto le esigenze di tutti gli altri, ho pensato di riportare alcuni suggerimenti, come sempre ricavati dalla mia esperienza personale.
Quelli che seguono vogliono essere spunti su cui ritengo utile riflettere.
L'idea è che poche attenzioni a cosettine che potrebbero essere non del tutto ovvie, permettono ragionevolmente di evitare danni (alla barca ma anche alle persone) ed imbarazzi che potrebbero guastare l'atmosfera di bordo.
Le scarpe col   tacco: Esiste una serie di motivi più o meno ovvi per cui si deve evitare di stare in coperta (ma anche in cabina) indossando scarpe inadeguate e/o sporche.
Intanto la coperta, e tutte le superfici calpestabili in genere, a bordo, non sono costruite con materiali duri (e relativamente economici) quali le piastrelle o altri laterizi con cui si realizzano i pavimenti delle abitazioni.
I tacchi (e in particolar modo quelli a spillo) possono facilmente incidere queste superfici danneggiandole.
E ogni danno a bordo costa!
Inoltre scarpe con tacchi alti o zeppe sono senz'altro poco indicati per mantenere l'equilibrio in un ambiente dove spesso ci troviamo su superfici inclinate o scivolose, e una caduta che si concluda con la distorsione della caviglia è un pessimo modo per iniziare una vacanza in mare.
Inoltre le scarpe in genere, se usate anche a terra, si portano dietro sporcizia che si deposita su superfici dove normalmente poseremo i nostri corpi più o meno nudi, seduti, sdraiati o anche semplicemente a piedi scalzi.
Pensate come può essere piacevole sedersi nel pozzetto e ritrovarsi attaccato al sedere una gomma da masticare!
Alcuni tipi di sporcizia che possiamo raccogliere a terra (e facilmente sulle banchine dei porti) sono poi veramente dannosi per l'integrità del rivestimento della coperta (una macchia di grasso su una coperta in teak equivale a un graffio sulla portiera di una Ferrari).
Il suggerimento, visto che a bordo le scarpe servono, specie durante le traversate notturne, è di destinarne un paio (io a questo scopo dedico gli stivali da vela) alla vita di bordo, evitando di usarle a terra e curando che la loro suola sia sempre pulita.
Le creme abbronzanti: Nessun problema, nessuno si sognerebbe di impedire alle fanciulle di cospargersi il corpo di creme più o meno protettive e poi di sdraiarsi a rosolare al sole.
Purtroppo, però, le creme abbronzanti ungono.
E ciò genera due serie di problemi.
Da una parte il discorso già fatto (che vale solo per le coperte rivestite in teak) che l'unto macchia il legno e ciò è un danno.
Inoltre, sulle stesse superfici dove ci si sdraia a prendere il sole, poi ci si deve anche camminare.
Se queste sono scivolose aumenta notevolmente il pericolo di scivolare e farsi male.
Non mi stancherò mai di ripetere che l'incidente più comune a bordo è scalciare violentemente col piede nudo contro qualcuno dei "pezzi" metallici che sporgono dalla coperta.
La rottura di un dito diventa una facile conseguenza dell'equilibrio precario a bordo.
Pertanto abbiate cura di prendere il sole stando sdraiati su di un asciugamano.
Tra l'altro questo è anche un ottimo presidio igienico che allontana l'eventualità di venire in contatto con funghi o altro.
Evitate di usare i materassini delle cuccette, se non dopo averne chiesto il permesso allo skipper.
Anche questi si rovinano, e basta la semplice esposizione al sole e alla salsedine per macchiarli irreparabilmente.
Fumare a bordo: Il fumo può piacere o meno.
Potete essere più o meno convinti della sua dannosità e del fatto che le vostre emissioni possano infastidire gli altri croceristi.
Tenete conto però di un paio di considerazioni:
  • In un ambiente angusto quale sono le cabine di una barca a vela basta veramente poco per impregnare pesantemente tutto quanto.
    Una sigaretta in cuccetta vorrà dire sentir puzzare di fumo tutto, dai materassini alle tendine, ai vostri bagagli, le coperte, i sacchi a pelo... E l'odore se ne andrà solo dopo il lavaggio (non basta aerare la cabina). Se vi piace...
    Inoltre la cenere (e questo vale anche quando si fuma all'aperto) non si disperde come sembrerebbe, ma si deposita con cura sulle superfici umide.
  • Dopo una serata passata a fumare sotto le stelle (e lo ammetto, per un fumatore un turno di guardia senza "pipatina" credo sia una vera tortura) la coperta della barca si sarà ricoperta di una patina di cenere umida tutt'altro che gradevole al tatto.
    Peraltro, se la sigaretta notturna è inevitabile,  basterà aver cura di sciacquare la coperta alla fine di ogni traversata e ripulire le suole delle scarpe per risolvere il problema.
    Se invece il gruppo è formato da accaniti fumatori cui piace essere "spalmati" dalla nicotina e dal catrame... Come non detto, basta essere ben d'accordo prima.
Il WC di bordo: Ed ecco la vera nota dolente.
Il WC di bordo non è come quello di casa. Non basta "farla" e quindi premere un bottone o tirare una catenella per vedere un allegro getto d'acqua ripulire senza alcuna fatica (da parte nostra) la candida porcellana.
Lo skipper vi avrà senz'altro spiegato con dovizia di particolari come va usato il WC.
Un modello per l'altro, finito le vostre "operazioni", dovrete azionare una pompa elettrica (ma, purtroppo, il più delle volte è a mano) per pompare acqua di mare dentro la tazza e quindi il tutto (acqua più "prodotti"), attraverso un tubo relativamente piccolo, dentro una vasca per le "acque nere" che ha una capienza limitata e non si può svuotare in porto (o in rada).
Su alcune barche (specie all'estero) non c'é la vasca per le acque nere, e il vostro "prodotto" finisce direttamente in mare.
Tenetene conto se siete in rada e se i vostri compagni di viaggio stanno facendo il bagno vicino alla barca.
Importante: per la caratteristica già citata dell'esiguità del tubo di scarico, è ovviamente fortemente sconsigliato introdurre nel WC forti quantitativi di carta, pannolini o altri oggetti che lo possono intasare.
Un po' di carta igienica non sarà un problema, ma pannolini, salviettine o altri prodotti cartacei "resistenti" potrebbero invece bloccare lo scarico. Questo costringerebbe lo skipper a passare un bel pomeriggio di sole chiuso nel bagno a smontare il WC per ripulirlo.
E vi assicuro (fatto più volte) che non è bello!
Questo non significa però, come credono in molti, che il WC sia off limits. 
Il WC di bordo c'è perché lo si usi ed è molto stupido "tenersela" per ore solo perché non abbiamo voluto fare lo sforzo di imparare ad usarlo.
Facciamo violenza alla nostra natura di "cittadini pigri" e sforziamoci di imparare ad usare il WC.
Questo renderà la vacanza molto più gradevole sia a noi (è ovvio) che ai nostri compagni.
Una persona che passa la giornata aspettando di poter scendere a terra per liberarsi e tutt'altro che una buona compagnia!
Le manovre: Se abbiamo scelto di passare le nostre vacanze in barca a vela, è presumibile che ci si voglia cimentare anche nella manovra delle vele, nella navigazione e negli ormeggi.
Non solo ciò è bene, ma potrebbe anche essere indispensabile, specie se lo skipper non è in grado (o poveraccio non è il caso che lo faccia proprio da solo soletto) di portare la barca da solo.
Cosa posso dire a tale proposito? Poco e niente che non sia già ovvio (ma per esperienza di "ovvio" non c'é mai nulla). In pratica basta "usare il cervello" e fare ogni cosa con calma e prudenza. 
Ricorderò alcune banalità che però, per esperienza, ho visto più volte disattese anche da persone che erano in barca con me da più giorni.
  • Quando ti si chiede di "lanciare un cavo a riva", di solito si intende che un capo deve restare a bordo! Sembra stupido, ma ho visto gente prendere il rotolo e lanciarlo "così com'é" al simpatico signore che si era offerto di aiutarci nell'ormeggio dal molo.
    Il difficile, dopo, è far smettere di ridere la gente che si era raccolta ad osservare la manovra. Oltre al fatto che, se il cavo era indispensabile, occorrerà ripetere la manovra e si potrebbe anche far danno (ma li secondo me è compito dello skipper). 
  • I cavi che servono per issare le vele si chiamano "drizze". Quando si ammaina una vela bisogna liberarla e lasciarla scendere senza trattenere la drizza tra le mani.
    Le drizze sono infatti formate da una parte in cavo tessile e una in acciaio. Se la vela, "gonfiata" dal vento, vi prende la mano e sfugge al vostro controllo,  la drizza scorrendovi tra le mani può causarvi delle serie ustioni (la parte in cavo tessile), ma se per caso aveste la sventura di averne tenuto in mano la parte metallica, eventuali sfilacciature possono causarvi tagli molto profondi (arrivando anche a lesionare i tendini).
    Regola generale è che i cavi metallici non sono fatti per essere manovrati con le mani. Lo skipper vi spiegherà che esistono winch (verricelli) appositi per ogni manovra.
    Stesso discorso per i cavi che servono a regolare le vele, che si chiamano "scotte".
    Anche questi vanno maneggiati con prudenza e decisione. Mai "tenere in mano una scotta". Se abbiamo per le mani una scotta vuol dire che stiamo cazzando (serrando) o allascando (mollando) le vele.
    La scotta deve essere subito avvolta intorno al suo winch (verricello). Mai tenere in mano direttamente una scotta in tensione.
  • La catena dell'ancora e in genere i cavi che stanno immersi a lungo (i "corpi morti" delle banchine attrezzate) si ricoprono di "denti di cane", ovvero piccole conchiglie chiamate così apposta perché se tenute in mano con noncuranza provocano facilmente lesioni non meno gravi del morso di un buon mastino. Tagli provocati da catene o cavi incrostati andrebbero sempre medicati al pronto soccorso, magari (a discrezione del medico) avendo cura di praticare un'iniezione antitetanica. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti basta semplicemente utilizzare un buon paio di guanti da lavoro. 
  • L'incidente più frequente a bordo è la rottura di un dito del piede. Questo perché spesso si corre a piedi scalzi impegnati più nella manovra che a guardare dove si mettono i piedi.
    La rottura di un dito è un'esperienza dolorosissima e (sebbene di solito non si ingessino), le dita del piede rotte fanno male, impediscono un sacco di cose che di solito in vacanza ci piace fare (calzare le pinne, camminare sugli scogli, saltare dalla barca, ballare in discoteca...).
    Quando siamo impegnati in una manovra manteniamo la calma. Se il nostro skipper è di quelli che si agitano e lui per primo balza da un punto all'altro della barca come un folletto, pretendendo da noi lo stesso scapestrato entusiasmo, seguiamolo pure (ma sappiate che non è un gran skipper) premunendoci di calzare quelle famose scarpe che teniamo ben pulite per la vita di bordo. 
  • Usate il cervello. Anche se non siete in ufficio, il contenuto della vostra scatola cranica è ancora con voi e, seppure non pagati, è sempre bene tenerlo in funzione.
    Se lo skipper vi ha messo a prua per indicargli dove passare, non indicategli gli scogli. Sembra banale ma...
    Se siete di guardia di notte in attesa di avvistare un faro e quindi di dirigervi sopra e il faro lo avvistate praticamente di poppa, prima di virare di 180 gradi andate a svegliare lo skipper. E' molto probabile che quello non fosse il faro giusto.
  • Imparate i nodi fondamentali.
    Per poter affrontare qualsiasi problema a bordo bastano il nodo di bitta, la gassa d'amante e il nodo del barcaiolo.
Cucinare a bordo: All'argomento sono dedicate più pagine su questo sito. Fondamentalmente vi serve ricordare che tutte le risorse di bordo sono limitate.
Come l'acqua dolce anche il gas è limitato alle bombole imbarcate. 
Sebbene questo sia un limite, ben più importante da considerare sono le seguenti regolette:
 
  • Non avete a disposizione una rete fognaria per smaltire i vostri rifiuti. L'olio fritto, ma anche la stessa acqua con cui lavate i piatti, inquina.
    E non è più, come a casa, un problema di cui potete fregarvene (salvo poi fare i "verdi" nei cortei). Qui tutto quello che buttate in mare (specie se siete in rada o in porto) ve lo ritrovate a sporcare proprio il paradiso incontaminato che avete fatto tante miglia per ritrovare. Non pretendete quindi di cucinare pranzetti che comportino la produzione di grosse quantità di rifiuti (friggete poco e con poco olio).
  • La cucina, durante la notte, si trasformerà in camera da letto (o comunque condivide certo spazi comuni destinati al riposo). Sughi che impiegano ore a consumarsi, schizzando ovunque, stufati, manicaretti vari a lunga cottura, oltre a consumare il gas producono odore (che gradevole prima di pranzare non lo è altrettanto quando ci si deve coricare) e umidità.
    Questa impregna l'arredo ed è difficile da eliminare (in genere ci si trova con la barca umida dopo cena, quando il sole per far asciugare materassini e lenzuola non c'é più).

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L'acqua potabile: Una buona riserva, diciamo di 400 litri d'acqua dolce, se siete lontani dai porti, significa, in 8 persone, 50 litri a testa, da dividere per i giorni di crociera (cioè lontani da porti ove si possa fare rifornimento). Se intendiamo stare in mare per 4 o 5 giorni questo vuol facilmente dire anche meno di 10 litri a testa al giorno.
E se qualcuno fa il furbo e se ne "beve" 50 per una doccia, significa accorciare (a tutti) la vacanza di un giorno.
Uno dei motivi per cui io amo questo tipo di vacanza è proprio il fatto che ti costringe ad apprezzare il valore di un sacco di cose (come l'acqua potabile) cui normalmente non diamo alcun peso.
E qui non c'é soldo o nobiltà che tengano. Una volta finita, l'acqua non c'é più!
Seguite i consigli dello skipper per evitare di sprecarla.
Un buon metodo per lavarsi consumando poca acqua é il seguente: 
Tuffatevi in mare, quindi risalite a bordo e insaponatevi. 
Ributtatevi in acqua e sciacquatevi via il bagnoschiuma.
A bordo, con l'acqua dolce, risciacquatevi ulteriormente una sola volta.
Questo vi permetterà di farvi una doccia completa con meno di 5 litri d'acqua.
Evitate il disordine: Rimettete a posto ogni cosa non appena avete finito di usarla.
Ugualmente lavate ogni piatto, pentola o bicchiere evitando di farli accumulare.
Sei od otto persone che lasciano in giro lattine di birra, panini, coltelli, piatti e bicchieri, in un ambiente piccolo come la nostra barchetta, creano un disordine impossibile da gestire.
Intanto perché prima o poi a qualcuno toccherà rimettere in ordine e questo si irriterà (magari anche esagerando) con chi ha lasciato in disordine.
Proprio questo è il principale motivo di attrito a bordo. 
Il disordine è in genere causa di lite anche durante la normale convivenza (che di voi ha fatto l'università fuori casa, o comunque per lavoro o altro ha condiviso per tempi lunghi un appartamento con altre persone, ne sa qualcosa) ma a bordo, dove gli spazi sono ancora più ridotti e l'interferenza con il vicino è praticamente inevitabile, il disordine può essere causa di vere e proprie faide.
Inoltre la pentola sporca ed unta, lasciata vicina ad un bicchiere lo sporcherà ed ungerà.
I piatti si sporcano "dentro", ma se li appilate sporchi, si ungeranno anche "fuori".
Questo vorrà dire dover spendere poi più tempo, più detersivo e (soprattutto) più acqua per lavarli.
Inoltre la barca oscilla, e ogni cosa non sia a suo posto corre il rischio di cadere.
Se è una pentola sporca, sporcherà la moquette o quello che c'é, se è una macchina fotografica potrebbe cadere e danneggiarsi o finire (è successo a me durante una tempesta) in acqua (non in mare, ma nel pantano che si era formato a bordo al tracimare dell'acqua in sentina - avaria delle pompe - un obbiettivo da 500 mm da buttare).  
La regola è "fare tutto come se volessimo farlo di nascosto". Ogni nostra azione non deve lasciare tracce visibili.
Fidatevi dello skipper: A bordo ci vuole un capo, e una volta eletto bisogna seguire le sue istruzioni.
Se non vi fidate dello skipper evitate di seguirlo in crociera.
Se vi accorgete a metà crociera che lo skipper non è di vostro gradimento ...
Non so che dirvi. Io personalmente preferirei continuare la vacanza in campeggio piuttosto che a bordo con un comandante in cui non ho fiducia.