Morane Saulnier N "Bullet" |
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Il Morane Saulnier N "Bullet" (torello, dall'aspetto del "muso") fu
il primo aereo di serie a montare una mitragliatrice che sparasse
attraverso il disco d'azione delle pale dell'elica. |
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Il dispositivo che permetteva di non
distruggere le pale era una specie di cono in ghisa che veniva montato
sulle pale all'altezza della bocca della mitragliatrice, in modo da
proteggerle deviando i proiettili.
Il dispositivo fu montato e provato con successo da Roland Garros su un
Morane Saulnier L "Parasol", un biposto ad ala alta piuttosto lento e
fragile. |
In seguito fu adottato di serie sui nuovi "Bullet".
Raymond Saulnier e i due fratelli Robert e Leon Morane cominciarono a
costruire aerei in Francia nel 1913.
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All'inizio della I Guerra Mondiale, la compagnia
assunse Roland Garros per sviluppare un sistema che permettesse di
sparare attraverso il disco dell'elica.
In realtà, nel 1914, Schneider (francese) aveva già inventato un
sistema di blocco che mediante un disco flottante collegato all'asse
dell'elica impediva lo sparo quando la pala era sulla linea di tiro.
Il congegno fu sviluppato proprio per Morane - Saulnier, ma aveva
dei problemi. |
Fu quindi abbandonato, anche se il
dispositivo era forse rappresentato sui piani di costruzione dei
modelli G, H ed L (esistono disegni originali che lo proverebbero).
In particolare i modelli G ed H nel periodo prebellico erano degli
apprezzati velivoli da competizione di cui fu concessa la produzione
su licenza anche alla Pfalz ed alla Hergt (tedesche).
Non è improbabile che Fokker abbia avuto a disposizione proprio
questi disegni come spunto da cui partire per realizzare il suo
dispositivo.
Un'altra versione della storia vuole che il dispositivo di
sincronizzazione fosse in effetti montato sul Parasol di
Garros, ma
a causa di alcuni difetti, essenzialmente dovuti all'inaffidabilità
della munizioni della mitragliatrice, che spesso partivano con un
certo "ritardo", il congegno era stato scollegato, restando invece
funzionali i deflettori sulle pale, inizialmente montati solo per
deviare i colpi che fossero partiti nonostante il sincronismo. |
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Comunque sia a Fokker resta il merito di
essere riuscito a rendere il dispositivo efficace ed affidabile,
mentre il progetto (e brevetto) originale di Schneider verrà preso
in considerazione dagli alleati solo dopo (e ben dopo) che Fokker lo
avrà adottato sul suo E.III,
che per buona parte del 1915 e 1916, proprio grazie a questo
dispositivo, divenne il dominatore incontrastato dei cieli di
Francia.
I Morane e Saulnier, invece, avevano sviluppato questa specie di
"deflettore corazzato" che Garros rese finalmente efficace ed
affidabile (i primi prototipi non proteggevano a sufficienza
l'elica, che veniva tranciata dalle raffiche della mitragliatrice) e
montò sopra un Morane Saulnier L Parasol.
Con questo dispositivo Garros in un mese abbatté cinque (così
riportò la stampa, ma per alcuni furono solo tre) aerei nemici,
dimostrandone inequivocabilmente l'efficacia. |
Poi Garros fu catturato dai tedeschi che diedero il
tutto in mano a Fokker...
Nel frattempo, però, il dispositivo di Garros era stato adottato in
serie sui nuovissimi caccia Morane Saulnier N.
Il nuovo caccia francese era decisamente più potente, agile e veloce
di tutti gli aerei prodotti sino ad allora. |
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Per contro le notevoli prestazioni in volo si pagavano con una velocità
d'atterraggio piuttosto elevata (i velivoli dei Morane non disponevano
di superfici mobili neppure come alettoni, e la manovrabilità del
velivolo intorno all'asse di rollio era assicurata dalla deformabilità
dell'ala che veniva flessa da tiranti che fungevano anche da
controventature di rinforzo ed erano collegati ad un "albero" a sua
volta collegato alla cloche, un principio che assomiglia più ad un
moderno parapendio che non ad un aereo; non era quindi certo il caso di
parlare di flaps). |
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L'alta velocità in atterraggio, e la minore
stabilità (un aereo agile è per forza instabile, o quantomeno più
instabile di uno meno manovrabile) causavano spesso incidenti,
soprattutto quando l'aereo era in mano a piloti inesperti.
Il dispositivo di Garros, poi, per quanto inizialmente fosse un
deciso vantaggio per i piloti alleati, presentava comunque una serie
di difetti non da poco.
Se è vero che proteggeva l'elica impedendo ai proiettili di
distruggerla, è altrettanto vero che l'impatto tra il sistema
elica/asse e il proiettile avveniva comunque. |
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E a lungo andare i colpi tendevano a deformare asse
ed elica, sbilanciandoli e innescando quindi delle vibrazioni che
sollecitavano tutta la meccanica del motore e i supporti che lo
fissavano al telaio.
Inoltre alcuni colpi deviati finivano per colpire il cofano, altri
punti dell'elica non protetti o addirittura il pilota stesso (anche
se non sono mai stati riportati incidenti mortali per tali cause).
Sebbene prodotto in pochi esemplari, il Bullet resta il primo caccia
degno di questo nome della storia. |
Fu utilizzato sia dai francesi che
dagli inglesi (verrà poi sostituito dal
DH2) e dai russi sul fronte orientale. |
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