Cuocere alla griglia - Cuocere
sulla piastra - Cuocere in forno - Brasare
Friggere - Cuocere alla
mugnaia- Lessare - Cuocere
al cartoccio
Per moltissime persone cucinare il pesce è un'impresa da
lasciare ad altri. Per molti poi (specie i bambini, ma anche molti
adulti si imbarazzano facilmente), il dover lottare con squame e
lische annulla quasi del tutto il piacere di gustarlo. In realtà,
con piccoli accorgimenti, ed evitando di cucinare specie
particolarmente piene di lische, il pesce sulla tavola può
diventare un momento conviviale di classe e, se ben cotto, anche
ripulirlo dalle lische non è più impresa tanto ardua.
Un altro motivo che rende il pesce un po' ostico alla cucina è
la consapevolezza che ben più che nella carne, il fattore
freschezza influisce sul sapore del pesce, fino a renderlo
addirittura nauseabondo o peggio tossico.
Quando un pesce muore, i batteri, ospitati per lo più negli
intestini e sulla pelle, penetrano nelle carni e se ne cibano,
crescono e si moltiplicano. In condizioni favorevoli di
temperatura, la popolazione batterica raddoppia di consistenza
ogni circa 30 minuti.
Il primo accorgimento, se volete mantenere fresco il pesce senza
congelarlo ( a 7°C sotto zero i batteri non si sviluppano più) e
comunque anche in questo caso, è quindi pulirlo non appena
possibile. In particolare asportatene le interiora e, se non è
destinato alla cottura alla brace, le squame.
Anche il sale blocca l'azione dei batteri, per cui, dopo averlo
pulito, potete conservare un pesce senza congelarlo coprendolo di
sale.
Se lo comperate, potete riconoscere il pesce fresco da alcune
caratteristiche
Per cuocere la carne del pesce (e qualunque altra cosa),
occorre portarla ad una temperatura di 63°C o leggermente
inferiore. L'errore commesso da chi ha paura del pesce
"crudo" è spesso quello di cucinarlo troppo a lungo.
Ovviamente, visto che il calore viene sempre fornito dall'esterno,
occorrerà un certo tempo affinché questo raggiunga l'interno del
pesce. A causa delle leggi fisiche che sovrintendono alla
diffusione del calore, questo si propaga in ragione non delle
dimensioni del pezzo, ma del quadrato di esse. Per capirci, se
occorrono 15 minuti per cuocere una trancia di pesce alta 2 cm,
per ottenere lo stesso risultato su una alta il doppio occorrerà
quattro volte lo stesso tempo (e cioè un'ora e non 30 minuti).
Durante il processo di cottura il sangue trattenuto dalla carne
del pesce si coagula, diventando bianco e denso e liberando circa un quarto
dell'acqua in essa contenuta. La carne subisce una prima
trasformazione "fisica", diventando più tenera, si
spezzano i legami che la tengono attaccata alle lische e a se
stessa, facendole assumere quella caratteristica consistenza
"a strati" tipica della carne di pesce cotta. Avvengono
quindi una serie di reazione fisiche e chimiche che fanno
finalmente assumere alla carne il sapore e l'odore caratteristici
del pesce cotto..
I metodi normalmente utilizzati per la cottura del
pesce sono:
Cuocere alla griglia - Il pesce, con
pochissime eccezioni, va per prima cosa svuotato.Su pesci di
taglia superiore ai 150 g è bene praticare profonde incisioni
trasversali che ne faciliteranno la cottura uniforme.
Per evitare che la pelle si attacchi alla griglia il pesce non si
squama e si spennella di olio o si copre di sale fino.
La griglia deve essere già calda e unta e viene lasciata in
vicinanza di una fonte di calore relativamente moderato(le braci
incandescenti di un fuoco di legna o carbonella e mai la fiamma
viva). Occorre normalmente provvedere ad ungere regolarmente il
pesce utilizzando un quarto di limone infilzato su una forchetta
ed immerso nell'olio d'oliva o nel burro fuso, o meglio ancora
olio d'oliva misto a succo di limone.
Bisogna fare attenzione che il grasso, cadendo sulle braci, non
prenda fuoco, generando fiamma viva che rovinerebbe la cottura.
Girare più volte il pesce durante la cottura (esistono attrezzi
concepiti apposta per questo). |
Cottura sulla piastra - Si utilizzano gli
stessi accorgimenti adatti alla cottura alla griglia. |
Cuocere in forno - Il pesce è disposto in un
contenitore aperto e riscaldato in modo più o meno uniforme.
Acqua e grasso colano fuori ma restano nel contenitore. Si rende
pertanto necessario provvedere di quando in quando ad ungere la
superficie superiore del pesce, magari utilizzando lo stesso
"brodo" che si è depositato nella teglia. In molte
ricette si usa indicare la temperatura di cottura, invece che con
temperature precise, con termini generici quali "forno
dolce" o "moderato" o "caldo". Ecco una
verosimile tabella di conversione: |
Temperatura
forno |
Dolcissimo |
115°C |
Dolce |
145°C |
Moderato |
180°C |
Moderatamente caldo |
205°C |
Caldo |
220°C |
Caldissimo |
245°C |
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Brasare - Accomodate il pesce ripulito di
interiora e squame (intero se piccolo o a trance) in un recipiente
riscaldato dal basso e senza coperchio, immerso nel vino bianco
che è destinato ad evaporare completamente durante la cottura.
Dal momento che il livello del vino varia durante il processo, è
utile girare più volte il pesce in modo che la cottura risulti
uniforme. Non lasciare mai il coperchio su un "brasato",
o lo trasformerete in un "lesso".
Friggere - E' di fatto possibile friggere con
tanto olio, immergendovi completamente il pezzo, oppure con
poco, rivoltando il pezzo prima da una parte e poi dall'altra. In
genere il pesce per la frittura viene preparato, rivestendolo con
una patina di semplice farina (solo alcune ricette, che prendono
il nome di frittelle, necessitano di preparare una pastella con
farina, sale, acqua e uova). Lasciate riposare il pesce infarinato
per qualche istante allo scopo di permettere alla farina di
asciugarsi e legare e formare una crosticina consistente prima di
immergerlo nell'olio. Si frigge senza coperchio (la frittura con
coperchio a parità di condizioni rende il fritto meno croccante,
ma è consigliata in certe condizioni, tipo barca a vela, quando
il cuoco è poco vestito, lo spazio è ridotto, e gli schizzi di
olio bollente potrebbero causare dei veri disastri. Per questi
casi è comunque consigliata la frittura con poco olio, anche per
evitare di inquinare). Una volta fritto, il pesce deve essere
lasciato qualche istante su un foglio di carta in modo che ceda
l'olio di cui è ancora intriso. Va bene per questo la carta
normalmente utilizzata per confezionare il pane, non vanno
particolarmente bene i panni di carta asciugatutto che tendono ad
infradiciare il pezzo.
Cuocere alla mugnaia - Vuol dire friggere il
pesce nel burro (aggiungete un poco di olio che impedirà al burro
di bruciare). Appena tolto il pesce, aggiungete ancora un po' di
burro fresco, quando è ben caldo versatelo sul pesce e servite
immediatamente.
Lessare - Si immerge il pesce in acqua appena
bollente (mai a fuoco vivo). Questo tipo di cottura si esegue di
preferenza in contenitori appositi (detti per la court-bouillon)
che facilitano l'estrazione del pesce cotto senza disfarlo. Gli
umori che si disperdono nel liquido di cottura (in genere
semplicemente acqua, ma anche acqua e vino) lo insaporiscono, di
modo che questo possa poi essere utilizzato come brodo ad es. per
minestre. All'acqua è bene aggiungere verdure e sapori quali
cipolle, carote, sedani, pepe o altro.
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