Adolphe Pégoud |
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Adolphe Celestine Pégoud fu un vero pioniere del volo.
Lasciato l'esercito nel 1913 divenne pilota civile il 1° Marzo 1913.
Nell'Agosto dello stesso anno fu il primo europeo a lanciarsi col
paracadute da un aereo.
Pochi mesi dopo fu il primo pilota ad eseguire un looping (probabilmente
prima di lui lo fece Piotr Nesterov, ma all'epoca non gli venne data
alcuna pubblicità).
Fu ancora lui ad eseguire il primo tonneau e, durante la guerra, fu il
primo aviatore ad abbattere cinque avversari, guadagnandosi il titolo di
"asso".
Fu purtroppo anche il primo "asso" abbattuto durante un combattimento
aereo, e, ironia della sorte, proprio da un pilota, Kanudski, che in
tempo di pace fu suo allievo.
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Adolphe Celestine Pégoud nasce a Montferrat il 13
Giugno del 1889, figlio di un contadino e di una sarta.
Raggiunta la
maggiore età, si arruola con un contratto di cinque anni e il 12 agosto
1907 viene inquadrato nel 5° Cacciatori d'Africa ad Algeri.
Nel 1909 viene nominato Brigadiere e assegnato al 3° Reggimento di
Artiglieria Coloniale; qui conosce il capitano Louis Carlin che,
appassionato del volo, ha appena ottenuto il brevetto di pilota.
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Pégoud chiede ed ottiene di essere trasferito alla scuola di volo di
Satory con l'incarico di aiuto-meccanico, sotto il comando dell'ormai
amico ufficiale.
Finita la ferma Pégoud lascia l'esercito e frequenta la scuola di pilotaggio di Bron, presso Lione,
dove il 7 marzo 1913 ottiene
il brevetto di pilota civile n. 1243 dell'Aero Club di Francia.
Viene quasi subito ingaggiato da Louis Bleriot come terzo meccanico.
E' questa la stagione che segna la nascita del volo acrobatico.
All'epoca era necessario dimostrare l'affidabilità dei velivoli, ed
inoltre l'industria aveva necessità di testare "sul campo" i limiti
prestazionali e strutturali dei velivoli.
La prima impresa del giovane Pegoud fu lanciarsi col paracadute da un
aeroplano. |
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Il
paracadute prima del 1913 |
Sebbene si abbia notizia di acrobati cinesi che già poco
dopo l'anno mille si lanciavano da alte torri frenando la
caduta per mezzo di grossi ombrelli, l'ideazione del
paracadute si attribuisce al nostro Leonardo da Vinci.
Il paracadute da lui ideato
era di forma piramidale e tenuto aperto alla base da quattro
aste di legno.
Scrive Leonardo nel suo Codice Atlantico: ”Se un uomo ha
un padiglione di pannolino intasato che sia dodici braccia
per faccia e alto dodici, potrà gittarsi d’ogni grande
altezza senza danno di se”.
Nel Giugno del 2000 l'inglese Adrian Nicholas costruisce un
paracadute seguendo lo schema ideato da Leonardo ed
utilizzando i materiali reperibili nel XVI secolo.
L'oggetto pesa 85 kg e Nicholas lo utilizza per lanciarsi da
una mongolfiera da una quota di 3000 metri.
Il paracadute di Leonardo scende con un rateo paragonabile a
quello di un moderno paracadute ad ala.
Nicholas comunque lo abbandona alla quota di 600 metri e
conclude il volo aprendo un moderno paracadute.
Anche se il paracadute di Leonardo in effetti aveva ben
funzionato, in atterraggio normalmente si frena la velocità
di discesa poco prima dell'impatto al suolo, manovra che sul
progetto di Leonardo non era prevista. |
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Già comunque nel 1617 Fausto Venanzio
si era lanciato con successo da una torre a Venezia con un
paracadute simile a quello progettato da Leonardo.
Il francese Jean Pierre Blanchard
inventa nel 1785 il paracadute pieghevole e lo sperimenta con successo
lanciando da un pallone alcuni animali.
Morirà nel 1809 provando personalmente la sua stessa invenzione.
Il primo vero paracadutista viene considerato il parigino
André-Jaques Garnerin che nel 1797 si lancia da una mongolfiera da
600 metri su Parigi.
Il paracadute, trentadue piedi di diametro, trentasei fusi e privo
di qualsiasi foro, si apre perfettamente ma durante la discesa
oscilla talmente da creare nausea al suo utilizzatore il quale, su
suggerimento del fisico Lalande, lo perfeziona successivamente con
l’aggiunta di un foro apicale.
L’anno successivo, Jeanne-Geneviève, moglie di Garnerin, diventa la
prima donna a lanciarsi con un paracadute.
I paracadute costruiti fino ad ora non hanno una imbracatura. La
calotta è racchiusa dentro un contenitore solidale con il pallone e
con le funi di sospensione collegate alla navicella, all’interno
della quale è sistemato l’uomo. In caso di necessità, la navicella
viene staccata dall’aerostato e il paracadute si apre per
estrazione.
Jodeki Kuparento, nel 1808, è il primo aviatore ad utilizzare il
paracadute per salvarsi da un velivolo.
Il suo pallone prese fuoco nei cieli di Varsavia.
Tom Baldwin inventa nel 1887 l'imbracatura. Grazie a questa è ora
possibile lanciarsi da un aerostato senza portarsi dietro mezza
navicella.
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Nel 1901 l’americano Charles Broadwick progetta
un paracadute abbastanza simile a quelli tuttora in uso.
Imbracatura, pacco paracadute disposto sulla schiena e avvolto da
relativa custodia, apertura automatica con fune di vincolo, il tutto
incorporato in una specie di giacca.
Nel 1908 la californiana Georgia (Tiny)
Broadwick effettua il suo primo lancio all’età di 15 anni, da un
pallone ad aria calda, usando il paracadute costruito da suo padre
adottivo Charles. Cinque anni dopo diventa la prima donna che si
lancia da un aereo.
Nel 1914 effettua cinque lanci dimostrativi per
presentare il paracadute alle autorità americane. In uno di questi
la fune di vincolo si impiglia per un attimo negli impennaggi
dell’aereo. Per evitare il ripetersi dell’inconveniente taglia la
fune di vincolo lasciandone uno spezzone che, nell’ultimo lancio, le
permette di aprire manualmente il paracadute. In quattordici anni
effettua oltre mille lanci, la maggior parte in caduta libera. Morirà
nel 1979 all’età di 86 anni. |
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Gli americani Grant Morton e Albert
Berry sostengono di essere stati i primi ad essersi lanciati da un
aereo, siamo nel 1911.
Morton si lanciò con un paracadute di seta, tenuto in mano e
rilasciato subito dopo l’uscita. Berry, invece, usò un sistema la
cui velatura era alloggiata all’interno di un contenitore applicato
sotto l’aereo. |
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Ma se Morton e
Barry si erano lanciati (come parrebbe ovvio) da velivoli biposto,
la scuderia Bleriot sceglie per l'impresa un Bleriot XI, monoposto.
La soluzione, come minimo antieconomica, visto che il monoposto
privo del pilota non avrebbe potuto fare altro che schiantarsi al
suolo, fu dettata da due considerazioni: la prima fu che si
temeva che lo spostamento repentino del baricentro, dovuto al salto
del "passeggero", avrebbe potuto rendere il biposto (eravamo agli
albori dell'aeronautica e gli aerei non erano poi quel granché)
ingovernabile. |
In
secondo luogo l'impresa era destinata a dimostrare l'efficacia del
paracadute come mezzo di emergenza per abbandonare il velivolo, e
quindi la dimostrazione poteva essere efficace solo se a lanciarsi
fosse stato l'intero equipaggio, e cioè il solo pilota nel caso del
velivolo monoposto.
A Buc, vicino Versailles, Pégoud portò il suo Bleriot XI (lo stesso
con cui Bleriot aveva attraversato la Manica) a 2000 piedi (circa
700 m) e si lanciò con successo.
Il paracadute si aprì perfettamente e tutto sarebbe filato liscio se
Pégoud non avesse dimenticato di spegnere il motore del suo aereo
prima di lanciarsi.
Il velivolo lasciato senza pilota compì infatti prima di schiantarsi
al suolo ogni genere di evoluzione, rischiando più volte di
travolgere il paracadutista |
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Leggenda vuole che fu
proprio osservando le folli evoluzioni del suo Bleriot che Pégoud decise
di provare in seguito a ripeterle (stavolta restando ai comandi) facendo
così "nascere" l'acrobazia.
Il 1°
Settembre 1913, ai comandi di un Bleriot XI modificato, con un
motore di 50 hp e il carrello principale pivottante (soluzione
originale che avrebbe dovuto facilitare il decollo e l'atterraggio
col vento al traverso), nei cieli di Jusivy, eseguì il primo "volo
rovescio" della storia (facendo il bagno con la benzina fuoriscita
dal foro di aerazione del serbatoio durante la fase "rovescia"...).
Ma la manovra che più riassumeva in se le difficoltà del volo
acrobatico era la "gran volta", il "looping". |
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Questa manovra infatti necessita di
un velivolo in grado di resistere ad almeno 4 "g", con un motore
capace di sostenerlo in volo anche nella fase "rovescia" e
finalmente abbastanza potente da permettergli di raggiungere senza
stallare la sommità della volta.
Il 21 settembre 1913,
ancora nel cielo di Buc, di fronte a una grande folla, Pégoud a bordo di un
Bleriot effettuò il suo primo tentativo.
E nonostante già Nesterov avesse eseguita
la manovra alcuni giorni prima (ma l'ufficiale russo lo aveva fatto
solo soletto e senza dare alcuna pubblicità al gesto) e seppure la
manovra eseguita da Pégoud non fu neppure un vero e proprio looping
(la figura a lato riporta, da una rivista dell'epoca, la
rappresentazione schematica della sua esibizione), ad Adolphe Pégoud
viene normalmente attribuito l'onore di aver compiuto il primo
looping della storia. |
Vero è che poi fu il francese a dedicarsi anima e
corpo all'acrobazia, inventando e provando altre manovre, tra cui il
fondamentale "tonneau", o
avvitamento sull'asse, e compiendo finalmente il looping in modo
perfetto, anzi, tanto perfetto da riuscire a realizzarne ben
quindici consecutivi il 14 Dicembre 1913, a Jusivy.
A testimonianza della sua abilità e dedizione fu insignito di una
medaglia d'oro per meriti sportivi dalla Academie des Sports. |
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Nello
mese di Settembre del 1913 Pégoud insegnò le basi dell'acrobazia ai
colleghi piloti inglesi.
Il primo inglese ad eseguire un looping fu B.C. Hucks, a Buc, il 15
Novembre, mentre il primo ad eseguirlo in Inghilterra fu George Lee Temple,
a Hendon il 24 Novembre.
Richiamato
in servizio nell'agosto 1914, venne assegnato al II Gruppo Aviazione di
Reims.
Il 2 Settembre, secondo un documento dell'epoca, "il soldato
riservista Pégoud del Gruppo di Squadriglia della III Armata, senza
risparmiarsi ha dato prova fin dal principio della campagna di doti
eccezionali di ardimento e sangue freddo, particolarmente nel corso di
una missione a Mauberge. Tre volte il suo aereo è stato traforato da
proiettili. E' stato nominato sergente in questa occasione". |
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Tra il Febbraio e il Luglio del 1915
Adolphe Pégoud vola con il suo Bleriot XI, con il
Bullet e con il
Nieuport X, conquistando ben sei
vittorie (tutte accertate, mentre tre dei sei successi del più
famoso Roland Garros non furono mai
confermati) guadagnandosi per primo il titolo di "asso" che i
giornali dell'epoca gli attribuirono per aver abbattuto cinque aerei
nemici. |
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Promosso sotto-luogotenente il 15 giugno 1915, ottiene la Legion d'Onore
il 28 agosto. La notizia del prestigioso riconoscimento giunge solo nel
pomeriggio del 31.
Purtroppo nella mattinata Adolphe
Celestin Pégoud era stato abbattuto da un caccia nemico mentre cercava
di contrastare l'attività di un ricognitore.
Anche in questo Pégoud stabilì un primato: fu infatti il primo
"asso" ad essere abbattuto durante un combattimento aereo (Garros
fu abbattuto prima di lui ma dal fuoco di terra).
Il caporale pilota Karl
Kanudski che lo abbatté, nella fase prebellica, era stato un ammiratore
dell'aviatore francese, e scrisse una sentita e commossa lettera di
condoglianze al padre di Pégoud, dispiacendosi sentitamente per il
fato che lo aveva reso responsabile della morte del figlio.
Adolphe Pégoud, inumato dapprima nel cimitero di Bresse a Belfort, fu
successivamente esumato e sepolto nel cimitero di Montparnasse dopo
avere ricevuto il 23 novembre 1920 gli onori a Notre Dame. |
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