Charles
Nungesser |
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Un personaggio davvero sopra le righe, Charles Nungesser
fu una leggenda tutta "francese".
Come Richtofen era un personaggio cucito su un'epica "tedesca", lui era
un eroe francese, nella forma, nell'animo, nel coraggio e
nell'incoscienza.
Ferito innumerevoli volte (due ginocchia fracassate, cranio fratturato,
fratture multiple alla mandibola, una mano bruciata, una spalla
distrutta, un piede bruciacchiato... ), si dice che abbia passato più tempo in ospedale o nel letto di belle
donne che non sull'aeroplano (ma volava anche con gli arti ingessati e
con il catetere).
In quei "ritagli di tempo" dedicati all'aviazione, però, riuscì ad
abbattere 45 aerei tedeschi.
Sopravvissuto alla guerra morì tentando la traversata dell'Atlantico, da
Parigi a New York, dodici giorni prima di Lindbergh. |
Nato nel 1892, Charles Nungesser fu un atleta sin da giovanissimo.
Praticò la boxe, il nuoto, il ciclismo, e fu un discreto calciatore.
Il suo sogno, sin da bambino, era di diventare un pilota di auto da corsa
o di aerei.
A sedici anni si trasferì a Buenos Aires dove poté partecipare a qualche
gara automobilistica e dove imparò a volare su uno dei primissimi Flyer
dei F.lli Wright.
All'inizio delle ostilità, nel 1914, ritorna in Francia come volontario
nei servizi dell'Aeronautica, ma finì in cavalleria, nel "Secondo
Ussari".
Guadagnò la sua prima medaglia (alla fine della guerra un fisico meno
atletico non sarebbe neanche riuscito a sollevare il peso delle patacche
di metallo che doveva portare attaccate alla giubba) catturando cinque
alti ufficiali tedeschi e la loro auto.
Oltre alla medaglia, lo Stato Maggiore gli permise di servirsi dell'auto
catturata al nemico come sua vettura personale, e lui continuò ad usarla
senza cancellare le insegne tedesche. |
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Nel novembre del 1914 fu finalmente trasferito all'aeronautica.
Divenne pilota nel marzo del 1915 e fu assegnato alla Squadriglia Voisin
106.
Il suo Voisin tornò alla base innumerevoli volte in condizioni pietose,
crivellato dai proiettili tedeschi come un vecchio comodino dai tarli.
In aprile Nungesser, con un aereo dove l'osservatore aveva un
semplice fucile, attacca un Albatros, armato con una mitragliatrice
Parabellum.
L'Albatros lo trascina sotto il tiro di una batteria antiaerea e una
delle granate gli mette fuori uso il motore.
Nungesser riesce a planare sin oltre le trincee. |
Successivamente, ottenuto un Morane Saulnier, ha un nuovo incidente che
lo costringe in ospedale per un mese con varie ossa fratturate.
A Nancy prende senza autorizzazione un bombardiere leggero Voisin,
stavolta equipaggiato con una mitragliatrice Hotchiss.
Con questo abbatte un Albatros. |
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Per l'impresa riceve contemporaneamente la Croce di Guerra e otto giorni
di arresti, durante i quali si adopera per rendere felici diverse
graziose fanciulle di Nancy.
Il 29 Gennaio del 1916, tre settimane prima della Battaglia
del Verdun, viene incaricato di testare insieme a
Navarre, che da quel momento
diverrà suo amico inseparabile, il nuovo biplano Ponnier-M1.
Durante uno dei voli si schianta al suolo subito dopo il
decollo.
Nungesser viene estratto dall'abitacolo ancora vivo, ma con
due gambe spezzate e la mascella sfasciata.
Nonostante ciò le sue attività volatorie e "sociali" non conoscono
tregua. |
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Il suo aereo è un insieme di pezze e riparazioni varie, il suo corpo è
un continuo di ferite e cicatrici, ma nonostante ciò Nungesser non
soffrirà mai di stress di alcun tipo (come invece molti suoi colleghi
piloti ed "assi" alleati o tedeschi), e non salterà mai la colazione. |
Il primo di Aprile il suo squadrone riceve i primi
Nieuport 11.
Entusiasta del nuovo velivolo Nungesser decolla direttamente dalla
stazione ferroviaria e si esibisce con una serie di acrobazie sul campo
di volo.
All'atterraggio viene redarguito dal suo superiore che gli dice testualmente
"Se vuol fare il cretino vada a farlo sul campo tedesco".
Charles non se lo fa ripetere: prende nuovamente il suo nuovo
N.11 e va
ad esibirsi sul campo tedesco più vicino.
I tedeschi restano interdetti, e invece di sparare applaudono. |
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Per questo, una volta al campo, Nungesser si becca altri 8 giorni di
consegna.
Impiega questo tempo per "personalizzare" il suo aereo, dipingendo sul
fianco un cuore nero con un teschio, due candele ed una bara.
Con queste macabre insegne continuerà a volare sino alla fine della
guerra.
Le sue prime vittime da "pirata" sono un pallone da osservazione e un
Albatros.
Per l'abbattimento dell'Albatros riceve la Legion d'Onore.
Tornato a combattere viene colpito sulle labbra da un proiettile
esplosivo e si sloga le ginocchia in un ennesimo atterraggio di
fortuna.
Continua a volare anche se cammina con le stampelle e
all'atterraggio è il suo meccanico ad estrarlo ogni volta
dall'abitacolo.
Quando finalmente si chiude la Battaglia del Verdun, Nungesser è
rotto, bucato e pieno di pezze quanto e più del suo aeroplano.
In Dicembre, dopo il suo 21° successo, deve tornare in ospedale dove
gli vengono nuovamente spezzate le gambe per riassestare le fratture
che si erano saldate in modo scomposto. |
Finita l'ennesima convalescenza, i suoi superiori, esasperati dal suo comportamento, gli
consentono di volare "free lance".
Non è più aggregato a nessuna squadriglia ma può andare un po' dove
vuole a cercarsi gli avversari tedeschi.
Sul suo nuovo Nieuport 17, finalmente dotato di una mitragliatrice
sincronizzata all'elica, Nungesser monta anche la vecchia Lewis
che equipaggiava l'N11, sull'ala superiore. La sua tattica abituale era picchiare sino ad una quota più bassa
dell'avversario e quindi cabrare continuando a sparare sino a perdere
completamente velocità e stallare.
In questo modo riesce ad avere diversi secondi a disposizione per
prendere la mira e colpire.
Per contro, se al termine della manovra l'avversario non è stato ancora
abbattuto, lui si trova a bassissima velocità, praticamente incapace di
manovrare e alla mercé dell'avversario.
Anche per questo Nungesser è in assoluto (tra i sopravissuti e i non
invalidi) il pilota più ferito di tutto il conflitto. |
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Leggenda narra che un giorno un tedesco gli lanciò una sfida, dando
appuntamento a "Monsieur teschio ed ossa" alle quattro del pomeriggio.
Nonostante fosse evidentemente una trappola, Nungesser ci andò.
Prima di presentarsi all'appuntamento passò basso sul campo avversario
mitragliandolo più volte.
All'appuntamento, come era ovvio, il tedesco non si presentò da solo, ma
con cinque compagni.
Monsieur "teschio ed ossa" ne colpì e abbatté due, costringendo gli
altri alla fuga.
In un'altra occasione fu attaccato da un aereo con insegne inglesi.
Nungesser si difese e lo abbatté, per scoprire che l'inglese era
veramente un pilota britannico alle prime armi che, viste le sue macabre insegne, lo
aveva scambiato per un tedesco.
Nungesser allora pensò bene di ridipingere il suo aereo in rosso e
bianco, con strisce blu.
Nell'estate del 1917 Charles aveva portato a 39 le sue vittorie, ma
le sue condizioni fisiche erano talmente precarie che gli infermieri lo
portavano all'aereo con la barella e con la barella venivano a prenderlo
a fine missione per portarlo direttamente in ospedale.
Il 14 agosto del 1917 abbatté tre palloni da osservazione tedeschi. Una
settimana dopo fu nuovamente ferito durante uno scontro con cinque
Albatros.
Finalmente, però, dopo 17 ferite e 45 (forse 43) vittorie, la guerra per
Charles Nungesser era veramente finita.
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