Come aveva previsto
Charles, i tedeschi hanno impiegato poco a copiare il
Morane.
Il loro Fokker III Eindecker è la
copia esatta del Bullet. E per quanto sia
meno veloce e potente come aeroplano, è una vera mitragliatrice volante.
I tedeschi devono aver inventato qualcosa di meglio rispetto al congegno
di Garros per sparare attraverso il disco dell’elica, perché le loro
Spandau sono molto più precise e letali delle nostre Lewis.
A Lille, il primo di Agosto, Immelmann e
Boelcke, con due soli Eindecker, hanno
contrastato ben nove Quirk, abbattendone uno.
La propaganda tedesca racconta che Immelmann
ha seguito il biplano colpito, gli è atterrato subito dietro, e ha
cavallerescamente stretto la mano al pilota inglese.
Certo è che in pochi giorni quei due piloti da soli hanno già abbattuto
più di otto aerei.
E adesso che anche gli altri Jasta hanno ricevuto i Fokker, sarà sempre
più dura lassù.
Oggi devo scortare sei Quirk proprio nella zona di Lille, volerò in
coppia con Thomas Rhodes, un buon pilota.
I biplani devono colpire una ferrovia, vicino a Hazebrouk. |
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Non mi piace bombardare le postazioni a terra. Sono
contento di essere passato subito sui caccia, prima che qualcuno
decidesse che i ricognitori potevano essere usati anche come
bombardieri.
Rhodes vola subito dietro di me, a destra. E’ bravo, e mantiene una
formazione piuttosto serrata, standomi a meno di dieci metri... Siamo
più alti dei Quirk, circa trecento piedi. Li posso osservare davanti a
me a ore due.
Per bombardare con precisione i biplani dovranno scendere a meno di
duemila piedi, e se la dovranno vedere con l’artiglieria; a me e Thomas
spetta di proteggerli dai Fokker,
se ne incontreremo. |
Il volo è tranquillo: in quota l’aria è
piacevolmente fresca, non ci sono che poche nuvole in cielo, e nessun
segno dei caccia tedeschi.
Mancano pochi minuti all’obbiettivo.
Per quanto posso vedere è tutto tranquillo.
Uno dei Quirk... Ha preso fuoco!
I tedeschi! Sono contro il sole!
Sono due...
Hanno attaccato col sole alle spalle, e non li abbiamo visti che troppo
tardi.
Ora anche Thomas li ha visti, gli faccio segno di attaccare e mi butto
in picchiata sul primo dei due Fokker. |
I due tedeschi hanno creato lo scompiglio nella
formazione dei bombardieri... Uno è stato abbattuto e due stanno
rientrando. Devono essere stati colpiti... uno fuma... fumo nero, dal
motore.
Gli altri tre biplani... Dobbiamo riuscire a liberarli dei tedeschi.
Tolgo la sicura e armo la Lewis. Il primo dei due Eindecker, un
monoplano verde scuro, è giusto davanti a me, ma è ancora lontano. E’
una colorazione insolita: normalmente i velivoli tedeschi sono marroni
chiari, come il secondo Fokker.
La velocità... Sono più veloce... Tra pochi secondi l’avrò a tiro.
Il Fokker si impenna, e sale quasi
in verticale... non capisco che cosa...
Il pilota tedesco, esaurita l’inerzia, ha lasciato ricadere sul dorso il
suo aereo e contemporaneamente ha virato, puntando il muso in basso e
riprendendo velocità.
Adesso mi è di fronte. Fa fuoco.
Io... sparo... Le ali!
Mi ha colpito.
Tiro la cloche e viro bruscamente. Thomas! E’ dietro di me, mi è
addosso.
Rhodes si capovolge, evitandomi di un soffio.
Il Fokker ci sfila alle spalle, e nuovamente si impenna.
L’altro tedesco! |
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Ha colpito Thomas, il suo
Bullet fuma.
Se chiudo il tonneau, dovrei riuscire ad inquadrarlo...
Ancora il primo Fokker! Ha ripetuto la manovra di prima, ed ora mi è di
nuovo addosso, questa volta alle mie spalle.
Do tutto gas, e chiudo il tonneau...
Adesso il mio inseguitore mi ha superato: è sopra.
E l’altro..?
Per un istante mi sfila davanti... Tiro la leva e faccio fuoco...
Forse l’ho colpito, ma non gravemente. |
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Ancora una raffica, sulla coda!
E’ di nuovo il primo Fokker, ora mi
è giusto dietro.
E’ vicino, tiro la cloche e via il motore.
Mi supera... Adesso è davanti.
Il mio aereo stalla, butto giù il muso e do gas.
Adesso ho la sagoma verde del tedesco davanti a me, ma sono troppo lento
per riuscire a rialzare il muso tanto da poterlo inquadrare nel mirino.
E’ inutile... e l’altro mi è di nuovo addosso.
Lascio scendere il Morane in picchiata, sono ancora troppo lento...
troppo lento.
Duecento metri, devo picchiare per duecento metri... Così ha detto
Guynemer.
Il Fokker verde... mi segue.
Ora!
Richiamo con forza.
Le ali! La tela delle ali sbatte paurosamente.
Il caccia si raddrizza e poi si impenna. La forza centrifuga mi
schiaccia contro il sedile... Spero che le ali reggano...
Continuo a tirare la barra, ora sono perfettamente in verticale, e ho
ancora velocità per salire.
Lo stomaco... preme come se volesse scendere a toccare le ginocchia.
Vedo il cielo davanti a me, continuo a tirare... Adesso ho il terreno
sulla testa, sono capovolto.
Mi sento stringere sulle spalle le cinghie di sicurezza.
Ho paura che le ali non reggano, che le cinghie si spezzino, che l’aereo
stalli e cada in vite come quella volta con
Charles... |
E non ho nessuna idea di dove sia il
tedesco. Sono troppo occupato ad osservare il mio aereo, teso ad ogni
piccolo rumore... Non ho certo il tempo di occuparmi anche di lui.
Continuo a tirare la cloche, e il terreno mi passa velocemente davanti.
Il gas! Devo togliere gas o vado fuori giri!
Continuo a tirare.
Il terreno riappare nella sua abituale posizione.
Adesso sono nuovamente schiacciato dalla accelerazione centrifuga...
Sono di nuovo dritto.
Do gas... E cerco il tedesco. |
La mia manovra, il
looping, come lo ha chiamato Charles,
deve averlo disorientato.
E’ davanti a me, e ho la velocità per portarmelo a tiro.
Adesso!
Shit! Si è inceppata.
Non riuscirò a tenerlo a tiro ancora per molto! Tiro la leva di
riarmo, colpisco con il pugno la Lewis... Giro a mano il tamburo del
caricatore...
Niente da fare, si è bloccata, e non ne vuole sapere.
E l’altro Fokker mi è addosso.
Non ho alcuna possibilità. Sono morto!
Il tedesco è dietro di me. Ho perso tempo per cercare di mantenere sotto
tiro la mia preda mentre provavo a sbloccare la mitragliatrice, ed ora
il secondo Fokker può colpirmi come vuole. |
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E proprio adesso che ho imparato a fare il
looping!
Mi aspetto la raffica fatale.
Spero che mi uccida subito... Se colpisce il serbatoio... Non voglio
bruciare vivo.
Cosa aspetta?
Il Fokker... Invece di sparare mi ha affiancato... Il pilota mi fa dei
segnali...
Credo di capire che mi stia chiedendo cosa è successo.
Indico la mitragliatrice, e poi allargo le braccia, a indicare che non
c’è nulla da fare, che non funziona.
Il tedesco... Mi saluta?
E’ Boelcke, adesso lo riconosco, è il famoso
Oswald Boelcke; e l’altro, sul caccia verde, deve essere
Max Immelmann.
Se ne vanno.
Boelcke si è reso conto che non potevo sparare, e mi ha lasciato andare.
I Quirk... Non li vedo più.
Gli unici aerei che vedo sono i due
Eindecker che si allontanano.
Boelcke e Immelmann!
Se la mitragliatrice non si fosse inceppata avrei potuto colpire
Immelmann.
Ma il suo compagno mi avrebbe sicuramente abbattuto.
In due da soli hanno fermato sei bombardieri e i nostri due caccia.
Due contro otto... e hanno vinto loro.
E mi hanno risparmiato!
Non ho mai visto nessuno, nemmeno Charles,
volare come quei due.
E in tutta onestà devo ammettere che non so se, sapendo che il mio
avversario ha la mitragliatrice inceppata, lo lascerei andare.
Vorrei che fosse stata solo una gara, un torneo.
Mi piacerebbe poter invitare a cena quegli uomini, e stringere loro la
mano.
E questo anche se probabilmente uno di loro ha appena causato la morte
di un mio compagno.
E invece, quando li incontrerò ancora, ancora cercherò di ucciderli, e
ancora dovrò evitare che lo facciano loro.
Anche in questa giostra ho visto morire il pilota e il mitragliere del
primo Quirk, quello che ha preso fuoco.
Non riuscirò mai a capire la guerra.
I miei nemici, chi sono?
I tedeschi, valorosi cavalieri erranti come gli
Immelmann e i Boelcke o quei cinici
assassini che hanno bombardato le trincee con i gas ad Ypres,
sterminando gli uomini come si fa con le cimici? |
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