Il frullino (snap roll) |
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Il "frullino" è una rotazione eseguita senza l'uso degli alettoni,
esattamente come per la vite, ma mantenendosi in volo orizzontale.
Durante questa manovra le ali stallano in modo differenziale (esattamente
come durante la vite verticale), ma la velocità di entrata è tale da
mantenere per inerzia la traiettoria orizzontale.
Le accelerazioni in gioco sono notevoli (+3 o 4 G).
La difficoltà della manovra consiste nell'uscire esattamente con le ali
orizzontali e mantenendo quota e direzione.
Il pericolo esiste se si dovesse entrare nella figura a velocità superiore a
quella di manovra (per definizione è la massima velocità a cui è ancora
possibile portare i comandi a fine corsa senza superare il fattore di carico
critico).
Il meccanismo del frullino è lo stesso della vite verticale (e infatti
questa figura viene spesso chiamata "vite orizzontale"). |
La differenza sta nella diversa velocità di ingresso, ma l'effetto è
lo stesso.
Portando improvvisamente la cloche alla pancia provochiamo un
improvviso aumento dell'angolo di incidenza.
Questo deve essere tanto repentino da non trasformarsi in una cabrata,
ma in un vero e proprio stallo orizzontale. Occorre che le ali
raggiungano l'incidenza di stallo senza che la traiettoria cambi di
direzione.
Contemporaneamente allo stallo si innesca una violenta imbardata (la
rapidità con cui si agisce sui comandi è fondamentale) portando a
fondo corsa uno dei pedali.
Come nella vite, le ali stallano (si stalla perché si raggiunge
l'incidenza di stallo, non perché la velocità scende sotto la velocità
di stallo) e l'imbardata provoca una resistenza differenziale che
porta ad innescare una rotazione. |
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L'improvviso aumento di incidenza induce un marcato aumento della
resistenza, che causa una forte decelerazione.
Se ci interessa mantenere la figura (ad es. per compiere due giri)
dobbiamo dare motore per compensare la resistenza addizionale.
Il rischio è una velocità di ingresso troppo elevata. Per contro una
velocità troppo bassa avrebbe come effetto una perdita di quota, o, al
massimo, potrebbe far degenerare la manovra in una disordinata vite
verticale, da cui comunque usciremmo riportando i comandi al centro.
La velocità troppo elevata comporta valori di G superiori a
quelli accettabili.
Ricordiamo che il fattore di carico G è definito dal rapporto
L/Q, dove L (lift) è la portanza e Q il peso (si
usa una lettera diversa da P - Pressione - Portanza - Peso -
Potenza...).
Detti Cl max il massimo coefficiente di
portanza e VSI la velocità di stallo possiamo scrivere: |
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da qui il rapporto L/Q si riduce, semplificando i termini
uguali, a:
e quindi, semplicemente
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Ovvero, se la velocità di ingresso è superiore alla velocità di stallo
moltiplicata la radice quadrata del fattore di carico massimo, durante
la manovra questo verrà superato.
E ancora (regola fondamentale, sempre valida anche per altre manovre)
il massimo fattore di carico raggiungibile durante una qualsiasi
manovra è uguale al quadrato del rapporto tra la velocità di ingresso
e la VSI.
Errori che non si devono fare: muovere la cloche a destra o sinistra.
Questo farebbe perdere di simmetria alle ali e renderebbe "sporca"
l'uscita. |
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Velocità di entrata |
G Max |
Coefficiente di difficoltà |
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1,75VSI |
+4 |
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Le fasi della manovra sono:
- Ingresso: velocità 1,75 VSI, ali livellate, assetto per il
volo livellato. Tiriamo bruscamente la cloche alla pancia e diamo
tutto piede.
- Snap Roll: teniamo premuto il pedale e la cloche alla pancia.
- Basandoci sull'orizzonte contiamo i giri di vite che
abbiamo previsto di fare. Uno sguardo alla velocità e al variometro
che deve mantenersi a zero.
- Dare progressivamente motore per mantenere la traiettoria
orizzontale (se stiamo facendo più di un giro di vite).
- Per uscire: piede opposto e cloche al centro (basta semplicemente
smettere di resistere alla forte pressione che farebbe riportare i
comandi al centro).
- Dobbiamo fermarci esattamente in volo livellato, ali orizzontali e
prua e quota come all'ingresso.
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