Il Fokker DVII |
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Il Fokker D VII fu probabilmente il miglior caccia
realizzato durante la I Guerra Mondiale.
Nella seconda metà del 1917 i caccia alleati come gli
SPAD III e gli SE5a,
equipaggiati con motori in linea, avevano riguadagnato agli Alleati la
superiorità aerea sul fronte occidentale.
Per recuperare le posizioni perdute, il governo tedesco invitò i
costruttori aeronautici a realizzare prototipi di monoposto da caccia
che sarebbero poi stati valutati al campo di Adlershof nel Gennaio 1918.
Tra 31 progetti presentati fu selezionato il Fokker V.11 (che diverrà il
D VII quando sarà messo in produzione), anch'esso, come i caccia
anglo-francesi, equipaggiato con motore con cilindri in linea
raffreddato a liquido. |
Il disegno di Reinhold Platz, capo progettista di
Fokker, fu approntato giusto in tempo per la gara di Adlershof, il
21 Gennaio, e quindi Fokker ebbe pochissimo tempo per poterlo
testare.
La prima commessa di D VII fu di 400 macchine.
Ma dal momento che le fabbriche di Anthony Fokker non sarebbero
state in grado di soddisfare la produzione nei tempi richiesti, fu
ordinato anche alla Albatros (grande rivale della Fokker) di
produrre su licenza lo stesso velivolo.
I velivoli prodotti a Schneidemühl furono identificati come Fokker D
VII(O.A.W.)
Il D VII cominciò ad essere distribuito ai reparti di caccia
nell'Aprile del 1918.
Il caccia, inizialmente motorizzato con il Mercedes D.III da 160 hp,
non si dimostrò pienamente all'altezza delle aspettative, segnando
ancora il passo rispetto ai velivoli Alleati. Fu pertanto
rimotorizzato con il BMW IIIa, capace di una potenza di 185 hp.
Con il nuovo motore il caccia di Platz divenne quasi imbattibile, ma
purtroppo la BMW non potè fornire che una modesta quantità di
motori, pertanto non tutti i D VII poterono essere rimotorizzati.
Il D VII equipaggiato con il motore BMW IIa venne designato con la
sigla D VIIF.
Quando il Fokker D VII apparve sul fronte occidentale, i piloti
Alleati inizialmente sottovalutarono il nuovo caccia, che a prima
vista si presentava meno "accattivante", mancando delle linee
filanti ed aggraziate degli Albatros.
Presto però dovettero ricredersi!
Il nuovo caccia divenne presto famoso per la sua capacità di
"appendersi all'elica", tirando su il muso ben oltre l'incidenza di
stallo, sorretto dalla potenza del motore, e quindi di poter sparare
dal basso da una posizione che sino ad allora era stata proibitiva.
Oltre che dall'esuberanza di potenza fornita dal motore BMW, il D
VII doveva questa sua caratteristica all'eccellente disegno delle
ali, che permettevano di controllare l'aereo praticamente anche
oltre l'incidenza di stallo. |
Gli aerei di
Antony Fokker |
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Il Fokker E.III Eindecker fu il primo caccia costruito da Antony
Fokker.
Derivato dai monoplani tipo "Bleriot", che nel periodo prebellico
erano stati protagonisti di record e competizioni acrobatiche, il
Fokker E.III fu il primo velivolo a montare una mitragliatrice
sincronizzata con l'albero motore.
Il dispositivo fu probabilmente copiato da quello montato sul
Morane
Parasol di Roland Garros, atterrato intatto dietro le linee
tedesche. |
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Il Fokker
D-II fu l’immediata evoluzione dell’Eindecker.
Rispetto al monoplano il nuovo velivolo dell’ingegnere olandese si
presentava più agile e robusto (le due ali
controventate formano una struttura equivalente ad un’unica
trave ove le due ali fungono da solette e le
controventature da anima).
Nonostante le buone caratteristiche di volo il
D-II non reggeva il confronto con gli Albatros
D-II e D-III che gli vennero sempre preferiti.
Il D-II fu però un passaggio necessario per lo sviluppo dei disegni
di Fokker che
culmineranno con il D-VII.
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Il Fokker
DR-1 fu senz’altro il più famoso aereo mai costruito, entrato nella
leggenda con il Barone Rosso,
Manfred Von
Richtofen.
Copiato dal Sopwith
Triplane di Herbert Smith, il Dr-1 aveva le sue armi vincenti
nell’agilità eccezionale, caratteristica della compatta architettura
triplana, l’ottima visibilità, l’assenza
di supporti rigidi nelle controventature
(che spesso venivano colpiti durante i
duelli aerei) e nel favorevole rapporto potenza/peso, che gli
conferiva un rateo di salita eccezionale.
Per contro soffriva di problemi strutturali, specie all’ala superire
(quella dotata di alettoni di manovra)
che lo fecero temporaneamente ritirare dal servizio tra il Settembre
e l’Ottobre del 1917, quando a causa di
cedimenti strutturali persero la vita diversi piloti, tra cui
Heinrch Gontermann. |
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Il Fokker
D-VI fu un ottimo caccia, derivato dal Dr.1,
di vui manteneva la fusoliera e i piani
di coda.
Ne vennero prodotti pochissimi esemplari,
subito surclassati dal successivo progetto di
Fokker, il D-VII. |
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Il Fokker
D-VII fu probabilmente il miglior caccia tedesco utilizzato durante
la guerra.
Il suo sviluppo fu curato personalmente, oltre che da
Anthony Foker,
dallo staso Manfred
Von Richtofen,
che lo testò sul campo sperimentale di
Adlershoft.
Richtofen però morì prima che il D-VII
venisse consegnato alle unità, e pertanto non
potè mai pilotarlo in combattimento.
I primi D-VII non erano esenti da problemi: alcuni cedimenti
strutturali delle ali durante picchiate ad alta velocità e
surriscaldamento del serbatoio della benzina, che causò alcune
esplosioni.
Risolti questi problemi il D-VII si mostrò potente, agile, robusto e
facile da pilotare.
La versione equipaggiata con il motore BMW da 185
hp surclassava nettamente tutti i
velivoli alleati. |
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Vincitore nell’Aprile 1918 di una
ulteriore gara indetta dal governo tedesco per un nuovo caccia, il
Fokker D-VIII non
venne introdotto che durante le ultimissime settimane di
combattimento e non ebbe quindi la possibilità di influire sulle
sorti della guerra aerea.
Fu un Fokker D-VIII a riportare l’ultima
vittoria aerea dell’intero conflitto.
La formula monoplana, ora possibile grazie all'adozione di parti
strutturali in duralluminio, risultava più efficace diminuendo la
resistenza dovuta alle controventature, ora ridotte al minimo, e,
soprattutto, aumentava moltissimo il campo visivo, non più
ostacolato dall'ala inferiore.
Si era insomma ritornati al Morane Parasol
da cui si era partiti! |
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