Francesco Baracca |
|
Come la Francia radunò nella squadriglia delle "Cicogne"
di Guynemer i suoi piloti migliori, la Germania ebbe il "Circo volante" di
Richtofen,
l'America l"Hat in ring" di Rickembacker, i Black Flight di
Collishaw
furono la squadriglia di punta della Royal Navy, l'Italia ebbe nella 91a
Squadriglia di Francesco Baracca la "Squadriglia degli assi".
Insieme a Baracca volarono, tra gli altri, Folco Ruffo di Calabria,
Pier Ruggero Piccio, Ferruccio Ranza.
Francesco Baracca è "l'asso" italiano.
Non soltanto il semplice conteggio delle vittorie, ma tutto quanto si è
tramandato della persona ne fa un eroe italiano vero, generoso,
fantasioso, coraggioso ma non stupidamente votato al sacrificio.
Baracca combatté sui fronti che noi italiani ben riconosciamo: il Piave,
Gorizia, Caporetto, Istria...
In 63 combattimenti aerei ottenne 34 vittorie
L'epopea aerea di questo fronte fu senz'altro meno ricca che non quella
dei cieli di Francia, ma gli aviatori italiani svolsero il loro dovere
bene e forse meglio dei loro alleati anglo-francesi, in un teatro che
lasciando un po' meno spazio ai duelli li vide sempre più spesso
impegnati nella guerra vera e propria, in appoggio alla fanteria, in
pericolosissime missioni a volo radente, esposti al tiro degli
sconosciuti fanti austriaci piuttosto che alla caccia di avversari con
nomi famosi.
E fu in una di queste missioni che Francesco Baracca trovò la morte,
ucciso da uno sconosciuto cecchino mentre volava in appoggio ai nostri
fanti. |
|
Con
il grado di Tenente nel 1914 viene assegnato al Battaglione
Aviatori, prima presso la 5a e poi con la 6a Squadriglia.
Alla
vigilia della guerra, Baracca giunge a Parigi dove pilota il
Nieuport
N.10, presso l'aeroporto di Le Bourget. Rientrato in
Italia nel Luglio del 1915, comincia i suoi voli di
pattugliamento.
I primi
tentativi di abbattere un nemico sono spesso frustrati dal
malfunzionamento della mitragliatrice che più volte si
inceppa. |
Finalmente ottiene la prima vittoria il 7 aprile 1916
pilotando un Nieuport N.13 con il quale abbatte un
Hansa-Brandenburg C.I austriaco presso Medeuzza , ottenendo la medaglia d'argento.
La sua prima vittoria fu anche la prima vittoria italiana
in assoluto in un combattimento aereo.
Sarà
decorato di altre due medaglie d'argento, delle quali l'ultima
sarà convertita in medaglia d'oro nel maggio 1918. |
|
|
Promosso
capitano nel giugno 1916, rimane sempre nella stessa
Squadriglia, anche quando questa diviene la 70a. Viene
successivamente trasferito alla 91a Squadriglia nel
maggio 1917, dove vola sul nuovo
Nieuport 17 costruito in
Italia dalla Macchi.
Sul nuovo aereo dipinge le insegne di famiglia: il
cavallino nero rampante destinato a diventare
probabilmente l'insegna più cara agli italiani.
La 91a Squadriglia raduna i migliori piloti italiani, e
vola con i migliori aerei. |
Francesco Baracca vola con il
Nieuport 17, con lo
SPAD VII e quindi con lo
SPAD XIII.
Su tutti i suoi velivoli dipinge il cavallino
rampante. |
Presso questa Squadriglia, di
cui è divenuto il comandante, consegue ventisei delle sue
trentaquattro vittorie riconosciute.
Il 6 Settembre 1917 è promosso Maggiore. |
La sua ultima vittoria è un
Albatros DIII
che abbatte il 16 Giugno 1918 nei pressi di S. Biagio di
Callalta.
Il 19 giugno mentre con altri due aerei della Squadriglia
("Squadriglia degli Assi Italiani"), è impegnato in un'azione di
mitragliamento a volo radente sul Montello, il suo
Spad XIII viene
colpito.
Verrà ritrovato qualche giorno dopo, il 23 Giugno. |
|
Osnago, compagno dell'ultimo volo, su segnalazione
dell'ufficiale Ambrogio Gobbi, raggiunge le pendici del
Montello (località "Busa delle Rane") con il tenente Ranza ed
il giornalista Garinei del "Secolo" di Milano.
Qui, accanto ai resti del velivolo, si trova il corpo di
Baracca: ustionato in più punti, presenta una ferita
di pallottola sulla tempia destra.
Le ali e la
carlinga dello Spad XIII sono carbonizzati, il motore e la
mitragliatrice infissi nel suolo, il serbatoio è stato forato
da due pallottole.
Le esequie si
svolgono il 26 giugno a Quinto di Treviso, l'elogio funebre
viene pronunciato da Gabriele D'Annunzio. |
Con le
sue parole |
8 aprile 1916
Fin dalle 4 della notte eravamo in piedi perché fra le nubi e
sopra di noi si udivano rumori di velivoli austriaci; in tutte
le direzioni, in alto verso Palmanova, Tricesimo, Casarsa
sparavano. Alle prime luci, prima delle 5, siamo tutti partiti
in volo e ci siamo poi dispersi nel cielo verso i 2000 metri;
e giravo in tutte le direzioni scrutando l'orizzonte; e ho
veduto di lassù il sole uscir dietro i monti ed uno spettacolo
di luci meravigliose.
Dopo mezz'ora sparavano verso Palmanova; un aeroplano passava,
altissimo, lontano, puntando verso Gorizia; un altro più
indietro veniva dal Tagliamento pure su Gorizia, velocissimo:
erano austriaci. Ho stimato di poter attaccare quest'ultimo ed
ho virato verso il Torre per tagliargli la strada. |
|
L'ho incrociato che era ancora 600 metri sopra di me ed allora
ho cominciato la caccia; montavo il piccolo "Nieuport" 170
km/h.
Vedevo sopra di me le grandi ali dell'Aviatik con le croci
nere, filava velocissimo e poco guadagnavo su di lui; quando
salivo troppo m'avanzava in velocità .
Accostandomi ho cominciato una manovra difficilissima per
coprirmi dai suoi colpi; vedevo il mitragliere affacciarsi da
una parte ed io viravo dall'altra e viceversa; questo giuoco è
durato qualche minuto finche gli sono arrivato 50 metri dietro
la coda e sotto, verso i 3000 metri d'altezza.
Allora, in un attimo, ho cabrato forte l'apparecchio, ho
puntato e sono partiti 45 colpi di mitragliatrice.
E' stato un istante; il nemico si è piegato pesantemente ed è
precipitato quasi a picco ed io dietro, giù, urlando di gioia.
Eravamo già quasi sull'Isonzo, se non sbagliavo andava di là.
L'ho seguito per un po' nella discesa poi l'ho perduto, poi
l'ho visto, dopo qualche tempo, in un prato vicino a Medea,
mentre una folla di persone accorreva da ogni parte.
Sono sceso là presso e mi son visto precipitare addosso una
massa di soldati e di Ufficiali che gridavano "Viva l'Italia"
e mi hanno preso, baciato, portato in trionfo sull'apparecchio
nemico...
...Come senti, ricca di emozioni è stata la giornata di
ieri. L'apparecchio abbattuto da me solo è il primo in
Italia... |
|
|
|