Siemens Schuckert
D.III |
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Il Siemens Shukert D.III fu disegnato intorno al nuovo motore 11
cilindri Siemens-Halske da 160 hp, con cilindri controrotanti.
La peculiarità più evidente di questo caccia era l'insuperabile
velocità di salita, che lo rendeva il miglior intercettore della sua
epoca. |
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Il Siemens
shukert D.III
fu progettato “intorno” al suo motore, l’undici
cilindri “controrotanti”
Siemens-Haske D.III
da160 hp, come caccia intercettore, con
l’intenzione di offrire le migliori prestazioni possibili di salita,
riuscendo ad raggiungere ben 7000 m in meno di 35 minuti e con un
ceiling pratico di 8000m.
Il motore Siemens-Haske era un progetto
innovativo di casa Siemens che prevedeva
la possibilità dei cilindri del motore di ruotare liberamente in
senso contrario all’elica.
Le pale giravano a 900 rpm in un senso e
il motore a 900 rpm in senso opposto,
per un totale effettivo di 1800 rpm (contro i
1200/1500 rpm dei normali motori dell'epoca), ma
senza necessità di riduttore e, soprattutto, eliminando ogni effetto
di torsione.
Per contro la bassa velocità di rotazione delle pale costringeva
ad adottare un’elica di diametro molto
maggiore (prove in tal senso furono fatte sui prototipi
D.II, dove però sorgevano problemi per
le dimensioni del carrello) oppure con più pale.
Si risolse per un’elica quadripala (in
realtà erano due eliche bipala calettate insieme) di diametro
maggiorato, ma ancora compatibile con un’architettura
accettabilmente compatta.
Alla competizione di
Adlershof del Gennaio 1918, tesa ad
individuare il miglior caccia, lo
Siemens-Shukert D.III fu più
veloce del Fokker
D.VII (per l’occasione pilotato da
Von
Richtofen) e dell’Albatros
D.V. |
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Nella successiva competizione di Giugno fu ancora il
Siemens il più veloce, battendo il
Fokker D.VIII,
questa volta pilotato dallo stesso Anthony
Fokker.
Nell’Aprile del 1918 furono inviati allo
Jagdgeschwader II per la valutazione 40
Siemens-Shukert D.III ed un primo
D.IV. Gli aerei furono distribuiti agli
Jasta 15 e 19. |
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Il Siemens-Shukert
D.III si dimostrò un eccellente caccia, superiore
probabilmente allo stesso Fokker
D.VII, inoltre l’accoppiata
motore/struttura, con il Siemens era
vincente, e l’aereo non soffriva dei problemi di
affidabilità evidenziati dagli Pfalz
D.VIII che utilizzavano lo stesso
propulsore, anche se si dimostrò piuttosto delicato in atterraggio,
quando, in mano a piloti non espertissimi, manifestò la spiacevole
tendenza ad imbardare violentemente e
capovolgersi (incidente capitato anche ai primi tre piloti alleati
che vollero testarlo alla fine delle ostilità)…
Ma dopo circa 10 ore di funzionamento i
motori si surriscaldavano, e conseguentemente i pistoni grippavano e
si spaccavano i basamenti stessi del motore. Il problema fu
individuato in un difetto del lubrificante utilizzato, ma ormai il
danno era fatto, e tutti i D.III furono
ritirati per essere revisionati.
In fabbrica i D.III furono modificati
con una nuova deriva, ali più corte e nuovi alettoni.
Fu modificata la cofanatura del motore
per migliorarne il raffreddamento e prima di essere inviati
al fronte tutti i motori dei caccia
furono sottoposti a 40 ore di rodaggio.
Il lavoro fu completato in Luglio e per la fine
del mese i caccia erano nuovamente disponibili.
I D.III, più adatti al ruolo
di intercettore, furono mandati agli
squadroni di difesa del suolo tedesco, mentre i
D.IV raggiunsero il fronte francese.
Il Siemens Shukert
più famoso fu senz’altro quello pilotato da
Ernst Udet, contrassegnato dal
soprannome della sua ragazza “Lolo”, pur se non è noto sia mai stato
utilizzato in combattimento.
I Siemens
Shukert |
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Il primo caccia costruito da Siemens fu il Siemens
Shukert D.I.
Tutt'altro che un velivolo originale era e doveva essere una
copia carbone del Nieuport N.XI.
Copiato integralmente da un caccia alleato fatto
prigioniero, nell'intenzione del comando tedesco |
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avrebbe dovuto sostituire i
Fokker E.III per poter
competere con i caccia francesi.
La produzione in serie del Siemens SD.I fu però ritardata a
tal punto che quando finalmente i primi velivoli avrebbero
potuto essere consegnati, il caccia era già diventato
obsoleto, superato dagli
Albatros.
Del Siemens SD.I ne furono costruiti e consegnati 95, tutti
utilizzati come addestratori. |
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Del Siemens Shukert D.II furono costruiti solo sei
esemplari, tutti utilizzati come prototipi per lo sviluppo del
D.III.
Sui D.II vennero provate diverse configurazioni alari, sino ad
identificare nel D.IIc, con le ali corte, il modello da cui poi
sarebbe stato sviluppato il D.III. |
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Come si è detto il D.III nasce intorno al rivoluzionario
motore della Siemens.
Grazie al propulsore è il miglior intercettore del conflitto,
con eccezionali prestazioni di salita e di ceiling.
Robusto e compatto avrebbe potuto sostituire ben degnamente il
Fokker Dr.1 e anche il
D.VII, ma problemi al motore,
essenzialmente dovuti ai lubrificanti dell'epoca, poco adatti
agli alti numeri di giri del
Siemens-Haske D.III
ne ostacolarono considerevolmente l'utilizzo nelle azioni
belliche. |
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Lo
Siemens-Shukert
D.IV
probabilmente, forse con l'unica eccezione dello Junkers D.I,
fu il miglior caccia costruito nel 1918.
Era in pratica il D.III, cui erano stati risolti tutti i
problemi.
Ne furono costruiti circa 150, di cui però pochissimi arrivarono
al fronte prima della fine delle ostilità. |
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Gli ultimi
caccia del 1918 |
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Le prestazioni dello Snipe non erano
poi particolarmente migliori rispetto al
Camel che era destinato a rimpiazzare, aveva però un ceiling più
alto ed era più facile da manovrare
(non aveva più la pericolosa tendenza ad entrare in vite quando si
accentuava troppo la virata), e aveva un campo visuale più libero.
Viene però universalmente riconosciuto come il miglior caccia alleato
utilizzato durante il conflitto. |
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Di struttura robustissima e motorizzato dall'Hispan-Suiza
a V capace ora di ben 235 hp, lo SPAD XIII era la naturale
evoluzione del riuscitissimo SPAD VII.
Aveva la sua migliore arma nella capacità di raggiungere velocità
elevatissime in picchiata (anche 280 mph, cioè 450 km/h) e nella
stabilità, che permetteva al pilota di colpire con successo sparando
anche da molto distante.
Fu l'ultimo dei caccia utilizzati da molti assi, tra cui
Guynemer,
Nungesser, Fonck,
Luke,
Rickembacker,Baracca,
Ruffo di Calabria. |
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Il Nieuport 28 fu utilizzato solo dagli americani.
Più potente del Nieuport XVII aveva però il difetto di non reggere
le alte velocità in picchiata.
Fu sostituito dallo SPAD XIII non
appena questo si rese disponibile.
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Vincitore nell’Aprile 1918 di una
ulteriore gara indetta dal governo tedesco per un nuovo caccia, il
Fokker D-VIII non
venne introdotto che durante le ultimissime settimane di
combattimento e non ebbe quindi la possibilità di influire sulle
sorti della guerra aerea.
Fu un Fokker D-VIII a riportare l’ultima
vittoria aerea dell’intero conflitto.
La formula monoplana, ora possibile grazie all'adozione di parti
strutturali in duralluminio, risultava più efficace diminuendo la
resistenza dovuta alle controventature, ora ridotte al minimo, e,
soprattutto, aumentava moltissimo il campo visivo, non più
ostacolato dall'ala inferiore. |
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Lo
Siemens-Shukert
D.IV
probabilmente, forse con l'unica eccezione dello Junkers D.I, fu il miglior caccia costruito nel 1918.
Era in pratica il D.III, cui erano stati risolti tutti i problemi.
Ne furono costruiti circa 150, di cui però pochissimi arrivarono al
fronte prima della fine delle ostilità. |
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Contemporaneo e, in qualche aspetto, superiore al
Fokker D.VII, lo Pfalz D.XII
manteneva la tradizionale struttura a guscio ereditata dai Roland.
Più robusto del Fokker D.VII poteva raggiungere velocità più elevate
in picchiata, ma virava meno stretto.
Il grande difetto del D.XII era il carrello di atterraggio,
troppo fragile, che accoppiato ad una tendenza dell'aereo ad
imbardare in atterraggio lo rendeva piuttosto pericoloso per i
piloti inesperti.
Del D.XII furono realizzati 800 esemplari, molti dei quali vennero
poi usati dagli Alleati dopo la fine delle ostilità. |
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Primo aereo al mondo ad essere costruito interamente
in metallo, lo Junkers D.I era 10 anni avanti agli altri.
Purtroppo, come ben si può immaginare, non era il periodo bellico il
più adatto allo sviluppo di un'industria che aveva bisogno di
tecnologie completamente nuove.
In pratica furono proprio le difficoltà incontrate nella
fabbricazione che ne impedirono una distribuzione ed un utilizzo che
potesse avere un qualche peso sulle sorti del conflitto. |
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Il Roland D.VIa entrò in servizio a fine primavera
del 1918.
Massiccio e robusto, qualità tipica di tutti i modelli Roland,
costruito con struttura a guscio in legno, era un ottimo caccia,
affidabile e in grado di competere ad armi pari con il
Fokker D.VII,
che però gli fu sempre preferito dai piloti tedeschi. |
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